Judas Priest: recensione di British Steel

Recensione a cura di Andrea Musumeci

14 aprile 1980. I Judas Priest pubblicano l’album British Steel. L’acciaio britannico dei Judas Priest.

Era il 1980, e la scena rock era dominata da band prevalentemente britanniche della New Wave of British Heavy Metal. In quel momento storico, di riflesso alla ribellione del movimento punk e dei suoi derivati, videro la luce opere di rilevante importanza per il genere in sé: gli Iron Maiden facevano il loro trionfale ingresso nella scena con l’omonimo album di debutto, i Motorhead mandavano alle stampe Ace Of Spades, altro disco fondamentale nell’evoluzione musicale del genere, i Saxon pubblicavano l’importante Wheels Of Steel e i Black Sabbath reclutarono Ronnie James Dio, al posto del dimissionario Ozzy Osbourne, rilasciando Heaven and Hell.

Halford, in un’intervista dell’epoca, dichiarò che lo spunto per il testo di Breaking The Law gli fu offerto dalla convulsa situazione economica e sociale in cui versava il Regno Unito in quegli anni. “Operai di fabbrica in sciopero, minatori in sciopero, ferrovieri in sciopero, personale navale in sciopero. Il mondo in Gran Bretagna era in forte fermento, istanze di rinnovamento e di rivoluzione nei costumi erano nell’aria già da qualche tempo. E ciò mi fece capire che i tempi erano maturi per scrivere un testo come ‘Breaking The Law’, un qualcosa che tutti talvolta vorremmo fare, ma che non facciamo perché inibiti dalle convenzioni sociali”.

Da questo brano, com’è noto, fu tratto il primo videoclip ufficiale della band, diretto da Julien Temple, nel quale vengono raffigurati i componenti dei Judas Priest mentre fanno irruzione in una banca, prendendo in ostaggio il personale con le sole armi di cui possano disporre: i loro strumenti.

Rob Halford, nei panni del capobanda, piega con le mani le sbarre metalliche della cella in cui è contenuta la cassaforte e, dopo averla aperta, prende la refurtiva: un disco d’oro recante il logo della band e il titolo della release. Successivamente, il disco divenne effettivamente disco d’oro: un segno del destino o semplice causalità?

Il video si conclude con la band che, con il bottino tra le mani, manda in frantumi la telecamera di sicurezza (qui l’artificio artificiale delle bottiglie rotte a riprodurre il rumore dei vetri infranti), monta a bordo della Cadillac utilizzata per il furto e fugge ripetendo a squarciagola il ritornello, mentre le sirene della polizia (effetto sonoro ottenuto stavolta dal whammy della chitarra) impazzano dietro di loro. Il tutto mentre la sonnecchiante guardia preposta alla sicurezza della banca gioca a suonare riff con una chitarra rudimentale.

British Steel fu, dunque, il manifesto generazionale di quell’epoca, considerato, ancora oggi, un lavoro discografico imprescindibile per la storia del rock.

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