Julinko: recensione di Nèktar – 15 aprile 2019

Julinko

Nèktar

Toten Schwan Records, Stone to Death Records

15 aprile 2019

genere: doom, psych, cosmik music, new wave, ambient drone

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Liturgico, sepolcrale, funereo, etereo, misterioso, distorto, romantico, chimico, psichedelico, oscuro, sofferente, gotico, seducente, decadente, crudele, spettrale, poetico, lento, ossessivo, armonico, magnetico, evocativo, mutevole, mistico, onirico ed austero.

Questi sono solo alcuni degli aggettivi con i quali possiamo descrivere Nèktar, il nuovo e suggestivo album di Julinko, progetto doom-ambient-drone nato nel 2015 in quel di Praga e pseudonimo dietro il quale si cela Giulia Parin Zecchin, voce, chitarra e deus ex machina della band veneziana.

In prima assoluta rispetto ai precedenti lavori discografici, il duo Julinko (Giulia Parin Zecchin e Carlo Veneziano) si trasforma in un terzetto grazie alla sezione ritmica del nuovo entrato Francesco Cescato al basso, mentre l’artwork è stato realizzato a quattro mani con L V N A (Marco Zanella aka Ankubu) e con il lavoro grafico di Alvise Guadanino.

Edito il 15 aprile 2019 in formato vinile per la Toten Schwan Records (la stessa etichetta discografica di Golden Heir Sun aka Matteo Baldi) ed in versione tape per la Stone to Death Records, Nèktar si sviluppa attraverso 13 tracce cantate in inglese (eccezion fatta per il brano acustico Servo) in un rituale di frequenze elettriche scandite da percussioni tribali che sembrano riprendere quel minimalismo sperimentale teutonico degli anni Settanta.

Nèktar è un insieme di sonorità e visioni sature, lisergiche e sintetiche, che si presentano sottoforma di macchie d’inchiostro, come se fossimo di fronte ad una reinterpretazione emotiva dello schema di Rorschach. Nei suoi 51 minuti, galleggia tra estetica gotica, paesaggi sonori surreali, il rumore industriale della superficie e l’oscuro silenzio degli abissi, dove ogni pensiero fermenta come nettare e rimane sospeso all’interno di atmosfere notturne, rarefatte, glaciali, drammatiche, malinconiche, sussurrate e pachidermiche.

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Membri della band:

Giulia Parin Zecchin: voce, chitarra

Francesco Cescato: basso

Carlo Veneziano: batteria, synth

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Tracklist:

1. Into the Flowing Stream Plunge Me Deep

2. Deadly Romance

3. Venus Throat

4. Leonard

5. The Hunt

6. Spirit

7. Servo

8. Death And Orpheus

9. The Woods, The Wheel

10. Nèktar

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