Mastice: recensione di Crepa

Mastice

Crepa

Hellbones Records

30 aprile 2020

genere: industrial metal, alternative rock, post rock

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Il 30 aprile 2020, per Hellbones Records, è uscito Crepa, il nuovo album dei Mastice.

L’ascolto di quest’opera apre più di qualche interrogativo e dona svariati spunti di riflessione nel commentarla e, in qualche modo, nel “raccontarla”. Il concept del progetto risulta parecchio interessante; si tratta, infatti, di un lavoro fortemente sperimentale, ricco di suoni distorti, vere e proprie lame di rumore che squarciano l’armonia del
tutto (sia dal punto di vista estetico che da quello filosofico) e di influenze industrial metal e alternative rock che fanno da tappeto rosso per un lungo e dolente soliloquio.

A tratti, le composizioni risultano vicine, stilisticamente, a quelle dei Nine Inch Nails e dei Rammstein, essendo queste molto potenti e dark e creando un vero e proprio muro di suono, arricchito da una nota evidente di psichedelia oscura. Inoltre, possiamo notare una vena vagamente punk rock nella stesura di L’attimo e un pizzico di elettronica in Rumoroso.

Per quanto riguarda l’aspetto lirico, invece, si va a scavare e ad analizzare la mente umana, cercandone varie forme di istinto, di lucidità, di disperazione e di paura. L’atmosfera distopica, a tratti sofferente e “malata”, enfatizza il significato delle parole pronunciate
all’interno dei testi, conferendo un’ulteriore pennellata di disagio a un quadro già “grigio”.

Essendo recitati a “monologo”, i versi conferiscono un’aria decisamente cinematografica/teatrale a Crepa, andando a toccare argomenti quali il dolore, l’imprevedibilità del domani (e, di riflesso, l’inutilità di aspettarsi qualcosa), le contraddizioni quotidiane della nostra società e la classica
ricerca del colpevole, piuttosto che della soluzione, davanti ai problemi e alle difficoltà.

Quello che però non convince è la struttura del disco, dato che questo (soprattutto musicalmente) arriva a destinazione esattamente come si è presentato alla partenza, senza particolari trasformazioni e senza colpi di scena a smuoverlo. La musicalità dei Mastice sembra sempre sul punto di detonare, di esplodere in qualcosa di più
grande che rappresenti la traslazione della paranoia (e della pena) dal subconscio all’effettiva consapevolezza, ma invece rimane sempre ferma a uno stadio di distanza dallo scoppio, tenendo
l’ascoltatore avvolto in una bolla di stucchevole suspense.

Le parti vocali, purtroppo, tra sussurri, urla e testi (volutamente) privi di qualsiasi metrica e melodia, a volte risultano di difficile intelligibilità e vagamente ridondanti. Insomma, il retrogusto che Crepa, il nuovo album dei Mastice, ci lascia in bocca è quello di
qualcosa di non ancora definito e sviluppato, una buona idea, in qualche modo anche avveniristica, riversata però in un progetto piuttosto insipido e sconclusionato.

Alberto Maccagno

TRACKLIST:

1. L’aspettativa

2. Antiballata

3. Preghiera

4. Testa di Igor

5. Paralisi

6. Laser

7. L’attimo

8. Rumoroso

9. L’abbandono

FORMAZIONE:

Igor Tosi – voce, synth, loop

Riccardo Silvestrini – chitarra, synth, drum machine, rumori

Samboela – batteria

Paolo Mascolini – violoncello

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