Michele Anelli: recensione di Dopo Tutti Questi Anni + Non Disperdetevi

Michele Anelli

Dopo Tutti Questi Anni + Non Disperdetevi

Fandango rec.

genere: rock’n’roll, rock & blues, country folk, soul, rock ballad, funk rock, reggae, cantautorato rock, rhythm’n’blues

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

A tre anni di distanza dall’uscita di Sotto Il Cielo Di Memphis, il cantautore Michele Anelli festeggia i suoi sessant’anni con la realizzazione di un doppio album, Dopo Tutti Questi Anni e Non Disperdetevi, registrato in presa diretta nel suo studio e pubblicato da Fandango rec.

Con quasi quarant’anni di esperienza artistica alle spalle, accompagnato nuovamente dai Goosebumps bros. (band nostrana formata da Cesare Nolli alla chitarra, Paolo Legramandi al basso e Nik Taccori alla batteria e percussioni), Michele Anelli continua ad assecondare e rinnovare la sua natura calligrafica, con la genuinità e la passione che lo contraddistinguono, alimentando quel mix di personale, politico e sociale, attraverso un sound che sa essere tanto energico e sanguigno, quanto melodico, raffinato, malinconico e riflessivo.

Se nel precedente disco l’ex The Groovers e The Stolen Cars si proiettava oltreoceano, nel sud degli Stati Uniti, ripercorrendo le strade di Kerouac e i solchi tracciati dai vecchi bluesman, nelle sedici canzoni di questa duplice release lo troviamo alle prese con un lavoro dal taglio autobiografico e introspettivo, sospeso tra luci e ombre, memorie personali, fatti e contingenze storiche, sofferenza e forte senso di rinascita, libertà e amore: una sorta di ritorno a casa che si delinea nei passi di un tempo già dipinto, sfogliando le pagine stanche dei ricordi (“dopo tutti questi anni, dopo ogni primavera, le parole, i libri, i dubbi in tasca e le canzoni in testa”).

Quella di Michele Anelli si conferma essere una scrittura matura e prolifica che non conosce flessioni, da cui affiorano sia il bisogno di rievocare le molteplici tappe del suo vissuto (come raffigurato nell’artwork grafico a cura di Vanessa Cirillo), sia la necessità di raccontare i cambiamenti di questo mondo, troppo diverso e lontano da come ce lo ricordavamo (“non c’è più il solito ingranaggio oppure siamo noi a non essere gli stessi di prima”).

Uno spartito dove parole e musica rispecchiano il connubio ideale per condividere esperienze ed emozioni, come sana e catartica espressione di rabbia, come tentativo di comprendere quest’epoca tanto complessa e apparentemente senza speranza: il lavoro sommerso, il silenzio del conformismo, le stragi di Stato, il dolore muto delle carceri, il naufragio dei migranti in quel deserto chiamato mare.

Non è affatto semplice spiegare alle nuove generazioni che domani andrà meglio (“il futuro si apre con uno sbadiglio, il passato si chiude con uno sbaglio”), mentre siamo presi dalle nostre vite dal fiato corto, sempre più egoisti, distratti e complici di tensioni quotidiane che mettono a rischio le nostre relazioni.

Dopo Tutti Questi Anni e Non Disperdetevi rappresentano, dunque, quella visione corale e inclusiva in grado di mitigare la disillusione dell’età e la tristezza che ne consegue (“vieni a sentire con me Joe Strummer, dentro questo tempo fragile, e poi danziamo oltre il vuoto che c’è intorno a noi”), mostrando che, in fondo, la cosa più importante è non arrendersi mai, che c’è sempre un motivo per resistere e immaginare un futuro migliore (“e non dire che le nostre sembran tutte sconfitte, ci vuole coraggio, aprire gli occhi, affrontare i mostri”).

Sotto l’aspetto della composizione strumentale, Michele Anelli ci introduce in un affresco emozionale dalle atmosfere eclettiche, ricco di sfumature e contaminazioni eterogenee, dispensando un’espressione stilistica radicata sia nel sentimento del cantautorato italiano sia nello spirito elettrificato di quel rock’n’roll dalle connotazioni anglofone.

Sono questi i tratti distintivi che scorrono lungo la tracklist di Dopo Tutti Questi Anni e Non Disperdetevi, a cui si aggiungono le atmosfere dilatate e polverose del desert folk statunitense, il jingle-jangle di chitarre sfrangiate e quei ritmi pulsanti, ruvidi e sferzanti che fanno un po’ Ramones anni 80 e un po’ Litfiba dei primissimi anni 90. Si prosegue nella memoria di sfavillanti ballad mid-tempo, tra morbide venature funky-soul, reggae rock dai rimandi clashiani, riverberi dai riflessi latineggianti, beat italiano degli anni 60 e una pasta timbrica dalle tonalità calde e malinconiche a unire il tutto.

Un doppio album con il quale Michele Anelli prova a (ri)cucire una specie di conciliazione tra i giorni andati e le incertezze dell’oggi, rammentando che è ancora possibile cercare conforto nel cuore di qualcuno e che non è mai troppo tardi per spostare un po’ più in là la linea dei sogni.

facebook/mickanelli

Tracklist: Dopo Tutti Questi Anni

1. Non Disperdetevi 2. Come Stai? 3. La Tensione Salirà 4. A Cantare Si Resta Un Po’ Soli 5. Un Deserto Chiamato Mare 6. Un Coro Dentro La Mia Gola 7. Vogliamo Il Meglio Che C’è 8. Dopo Tutti Questi Anni

Tracklist: Non Disperdetevi

1. Dopo Tutti Questi Anni (vers.alt) 2. Genova Duemila e “Uno” 3. Non Sono Nessuno 4. Libertà e Amore 5. Cantare La Tua Voce 6. Come Stai? (jungle mix) 7. Ricomincio Da Chi 8. Non Disperdetevi (garage mix)

Membri della band:

Michele Anelli alla voce, Cesare Nolli alle chitarre, Paolo Legramandi al basso elettrico, Nik Taccori alla batteria e percussioni.

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