Ramones: recensione di Ramones – 23 aprile 1976

Ramones

Ramones

Sire Records

23 aprile 1976

genere: punk, rock & roll

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Ramones, l’album di debutto della band omonima, è da considerarsi come il principio della scena e del movimento punk americano e mondiale, in netto anticipo su gruppi come Clash e Sex Pistols.

I quattro componenti del gruppo (Johnny, Joey, DeeDee e Tommy) scelsero il cognome “Ramone”, seppur non ci fossero rapporti di parentela fra loro, per identificare un senso di fratellanza e unione. Pare che questo cognome fu scelto da DeeDee in tributo a Paul McCartney che, durante il primo tour in Scozia dei Beatles, usava lo pseudonimo Paul Ramone (o Ramon, a detta di alcuni) per prenotare negli hotel.

Non solo, tutti i componenti della band indossavano giacche di pelle, scarpe da ginnastica, jeans strappati e portavano i capelli lunghi. Questo conferiva ai Ramones un’immagine unica, in grado di catturare il pubblico già dal primo momento, soprattutto in un’epoca in cui il rock portava ancora i colori e le ideologie degli anni ’60 e degli hippies .

L’album, pubblicato il 23 aprile 1976, venne registrato tra il 1975 e l’anno di uscita, presso i Plaza Sound Studios di New York, con a disposizione del gruppo un budget, molto basso, di soli 6000 dollari. Il lavoro venne quindi registrato e ultimato molto in fretta, per la gioia di Johnny Ramone, che veniva indicato come il più “veloce” e il meno paziente del quartetto durante le sessioni in studio.

La canzone che apre Ramones è Blitzkrieg Bop, iconica traccia del gruppo, che ci dà immediatamente un’idea molto chiara di quello che stiamo per ascoltare. Tutto si basa sulla semplicità: giri di basso e chitarra essenziali ma estremamente energici ed
efficaci, missati uno sul canale destro e uno sul sinistro, linee vocali altrettanto istintive che vedono le parole spesso tagliate a metà e una batteria, presente su entrambi i canali, a completare l’opera.

I brani sono tutti molto brevi, non superando mai i tre minuti e, spesso, nemmeno i due. Molti di questi sono brani storici dei Ramones, come ad esempio Beat On The Brat, Judy Is A Punk e Now I Wanna Sniff Some Glue; altri sono, invece, fortemente caratteristici e presentano delle interessanti particolarità. Ad esempio il brano I Don’t Wanna Go Down To The Basement è ispirato al film horror Non Aprite Quella Porta, vero e proprio cult del genere, e riprende, usandola come riff, l’intro del brano Hang Onto Yourself, di David Bowie.

Discorso a parte va fatto per la traccia conclusiva dell’album, Today Your Love, Tomorrow The World, che fu ispirata alla band, in particolare a DeeDee Ramone, dai film sulla seconda guerra mondiale e dall’adolescenza trascorsa in Germania da quest’ultimo, dove fu anche vittima di bullismo.

La Sire Records e il co-fondatore di questa, Seymour Stein, fecero diverse pressioni perché la band cambiasse il testo del brano che, in principio, doveva recitare “I’m a Nazi, baby” mentre, nella versione pubblicata su disco, recita “I’m a Shock Trooper”. Joey Ramone, a più riprese, cantò comunque il testo originale durante i concerti e il gruppo venne accusato di simpatie destrorse e filo-naziste, fatto curioso visto che sia Tommy che lo stesso Joey fossero di religione ebraica.

In ogni caso, Ramones rappresenta un passo importantissimo nella storia del rock and roll, essendo un lavoro che punta alla semplificazione estrema e alla riduzione al minimo della composizione dei brani, ma che, d’altro canto, cerca una massimizzazione dell’energia e dello “spirito” del disco. Diciamo che, per certi versi, i Ramones hanno fatto della musica rock quello che Charles Bukowski ha fatto della poesia: una disidratazione alla ricerca della “sostanza”, dell’anima.

Il complesso ha citato tra le influenze del disco, e della propria produzione generale, artisti come Elvis Presley, i Beatles, i Cream, New York City Dolls, Alice Cooper, David Bowie, gli Stooges e molte altre icone del genere. I quattro ragazzi del Queens, inoltre, si sono sempre definiti un gruppo “rock and roll”, nell’accezione più genuina del termine, affermando che il punk non fosse altro che il ringiovanimento ribelle di questo genere.

Citando Johnny, durante l’intervista a Tomorrow Coast To Coast del 1981, la musica rock non era più interpretata solamente da “una manciata di vecchi che suona musica per tuo padre e tua madre”. Ramones si posiziona 33esimo nella classifica dei “500 dischi più belli della storia” e al primo posto in quella dei “500 migliori dischi punk di sempre”, secondo la rivista Rolling Stone, la quale inserisce i Ramones anche al 26esimo posto nella classifica delle “100 migliori band di sempre”.

Alberto Maccagno

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