Sam Fender: la recensione di Hypersonic Missiles

Sam Fender

Hypersonic Missiles

Polydor Records

13 Settembre 2019

Indie rock, pop rock, rock alternativo

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Recensione a cura di Chiara Profili

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Dopo una manciata di singoli ed un EP, Sam Fender pubblica finalmente nel Settembre 2019 il suo primo Long Playing, intitolato Hypersonic Missiles.

Sam Fender è un venticinquenne di talento, astro nascente del rock britannico, ed è la rivelazione di quest’anno.

Il giovane cantautore si presenta al mondo con questo disco, una raccolta di brani già incisi, dal 2017 ad oggi, e di pezzi inediti.

Hypersonic Missiles si apre con la traccia omonima, singolo di successo che ci ha accompagnati durante l’estate attraverso le radio specializzate. Il pezzo è d’impatto, si apre dolcemente con la voce di Fender accompagnata da un riff di chitarra molto semplice, per poi esplodere nel ritornello, fortemente springsteeniano, fino ad arrivare al bellissimo assolo di sax. Clarence Clemons avrebbe sicuramente apprezzato.

A questo punto la domanda è: il resto del disco reggerà il confronto con un pezzo del genere?

Hypersonic Missiles è certamente la traccia migliore dell’album, ma il livello delle composizioni di Sam Fender non cala, a riprova del fatto che questo ragazzo non ha solo tirato fuori un fortunato singolo di successo, ma che il talento ce l’abbia davvero.

The Borders è un bel pezzo incalzante, che vanta ancora una volta la presenza del sassofono, che ritroviamo anche in You’re Not the Only One.

Fender accompagna alle sue melodie testi che parlano anche di politica e temi sociali, come in White Privilege, o nella stessa title track, dimostrando che le sue non sono solo canzoncine radiofoniche.

Dead Boys, che ricorda un po’ i Killers, non è un brano inedito, ma faceva già parte dell’omonimo EP del 2018. Tratta il delicato tema della malattia mentale e del suicidio. Gli altri due brani contenuti nell’EP Dead Boys che ritroviamo in questo disco sono That Sound e Leave Fast. La prima, ricorda la chitarra di Johnny Marr degli Smiths, mentre la seconda è una ballata folk, con un pizzico di Oasis.

Will We Talk? è il singolo che sta girando attualmente nelle radio, sulla scia di Hypersonic Missiles, ed è un due su due ai rigori, per dirla in termini calcistici. La canzone ricorda un po’ lo stile degli Strokes; il timbro vocale del cantautore inglese, in questo brano in particolar modo, si rivela in tutta la sua bellezza.

Two People fa pensare alle ballad chitarra e voce di Ed Sheeran e anche in Call Me Lover, Fender riprende un po’ lo stile del suo connazionale.

Hypersonic Missiles si presenta, quindi, come un lavoro eterogeneo, ma allo stesso tempo coerente con quello che è lo stile di questo artista davvero promettente, che è riuscito in pochi mesi a scalare a velocità ipersonica le classifiche grazie a ciò che possiamo definire come uno dei migliori dischi del 2019.

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