Secret Shame: recensione di Dark Synthetics

Secret Shame

Dark Synthetics

Autoproduzione

6 settembre 2019

genere: gothic rock, new pop, darkwave

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

I Secret Shame, quintetto gothic rock statunitense proveniente dalla Carolina del Nord, rinfrescano le vibrazioni occulte della darkwave degli anni Ottanta con la pubblicazione del loro album d’esordio autoprodotto Dark Synthetics, edito il 6 settembre 2019 ed anticipato dall’uscita del singolo/video di Calm.

Solo più tardi, l’album è stato stampato in cassetta dalla Portrayal Of Guilt ed in vinile dalla band stessa per il mercato nazionale, mentre il prossimo giugno uscirà il formato fisico CD per il mercato europeo sotto l’etichetta Taxi Driver Records.

Le sette tracce di Dark Synthetics si sviluppano attraverso trame sonore ed atmosfere oscure, cupe, tenebrose, ipnotiche, minacciose, echeggianti, inquietanti, lente, claustrofobiche, distorte, sciamaniche e neo-romantiche, le quali, a loro volta, si muovono tra buio e luce, tra caos e ordine, richiamando il fascino spettrale della letteratura gotica, riesumando le radici estetiche del glam e ripercorrendo le orme stilistiche energiche e spigolose della vecchia scuola gothic rock e new pop, facendosi strada tra le vecchie glorie che risiedono nell’Olimpo del genere, come Siouxsie and The Banshees, Joy Division, Cure, The Sound, Bauhaus, The Chameleons, Sister Of Mercy, Virgin Prunes, Killing Joke e Cranberries.

Quello dei Secret Shame è un campo periglioso, in cui è facile scivolare nell’eccesso di manierismo e nella stucchevole emulazione. Ne esce, invece, una suggestiva e convincente rappresentazione teatrale del lato oscuro della natura umana, catturata ed immortalata dal timbro evocativo e seducente di Lena e nelle sceneggiature ritmiche sintetiche, vorticose e morbose degli altri componenti della band.

Dark Synthetics trascina con sé l’idea del ritorno ideologico dei desideri primordiali dell’essere umano, l’interesse per l’evasione dalla realtà contemporanea, la profondità degli abissi emotivi ed il combattimento ancestrale tra amore e morte, salvezza e disperazione, sottolineando, nella parte finale del disco, il dualismo inscindibile tra calma e tempesta, come facce della stessa medaglia e come condizioni esistenziali transitorie fondamentali per comprendere a fondo le nostre curve di crescita introspettive.

Membri della band:

Lena: voce, synth

Ryynikki: chitarra

Matthew: basso

Nathan: batteria

Billie: synth e chitarra

Tracklist:

1. Gift

2. Comfort

3. Creature

4. Dark

5. Haunter

6. Calm

7. Storm

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