Ulysse: recensione di Ulysse

Ulysse

Ulysse

DeAmbula Records, We Work Records, Vasto Records

12 aprile 2021

genere: alt-rock, post-rock, shoegaze, darkwave, slow-core, noise

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

È uscito il 12 aprile l’album d’esordio omonimo degli Ulysse, il nuovo progetto alternative rock dietro il quale si cela il deus ex machina Mauro Spada, figura rappresentativa dell’ambiente underground pescarese, già fondatore e bassista dei buenRetiro, attualmente bassista degli Oslo Tapes di Marco Campitelli.

Rilasciato per DeAmbula Records, We Work Records e Vasto Records, la prima pietra discografica di Mauro Spada, col monicker Ulysse (coadiuvato da musicisti legati alla scena autoctona abruzzese, Raffaello Zappalorto al basso, Silvio Spina alle chitarre e Gino Russo alla batteria) si compone di 8 tracce (di cui tre strumentali) cantate in italiano, le quali si muovono intorno ad una spirale climatica emotiva, mistica e allegorica incentrata sul nucleo tematico della solitudine e del viaggio introspettivo dell’essere umano.

Nella percezione lineare e circolare del cambiamento in relazione all’esperienza soggettiva del viaggio stesso, e nel tentativo di prendere le distanze dal canto delle sirene della quotidianità e dal flusso alienante delle tensioni domestiche, Ulysse fa da ponte immaginifico tra emisfero occidentale ed emisfero orientale, unendo i due estremi di quella parabola che va dalla nascita alla morte, ma che in prospettiva circoscritta al presente si sposta semplicemente dall’alba al tramonto.

Un concept dai toni epici e dai fragili equilibri, che ha come punti di riferimento la letteratura, la mitologia greca e l’essenza del viaggio come metafora di vita, in quanto rappresentazione simbolica del cammino dell’uomo ulissiano: da una parte, il significato simbolico ed eroico dell’Odissea di Omero (uno dei testi fondamentali della cultura classica occidentale) e dall’altra il realismo del romanzo capolavoro Ulysses di James Joyce. Da quest’ultimo emergono le profonde delusioni dell’uomo ordinario, con tutti i suoi drammi interiori, le sconfitte e le risalite, in antitesi proprio con l’eroe greco omerico.

Da un’affascinante connubio tra sonorità downtempo, slowtempo e sferzate ritmiche più sostenute, evadendo alla volta di mondi sospesi ed estranei, germogliano linee melodiche dilatate, stratificate, argentee e riverberate, che, alternandosi a distorsioni ipnotiche e ruvide, catturano quell’immaginario visionario spazio-temporale pervaso di atmosfere catartiche, misteriose, sintetiche, eteree e malinconiche, alle quali si vanno ad aggiungere contaminazioni orientali, liriche teatrali, frequenze baritonali, percussioni ossessive e spettrali, grovigli sinfonici e beat elettro-wave spaziali.

Una dimensione metafisica e anti-bellica intrappolata e cristallizzata nello stilema classico di quella indolente poetica ascrivibile agli antichi retaggi darkwave, post-rock, shoegaze e slow-core, nonché soundtrack perfetta per calarsi nelle avventure dell’odissea contemporanea: la struttura è quella di un viaggio circolare che, alla fine di tutto, ci riporta al punto di partenza, per poi ricominciare daccapo.

Elementi fonici che, nella loro omogeneità compositiva e più che mai funzionali all’economia del suono, vivono di avvicinamenti, di allontanamenti e del loro contrario: da un lato si aprono verso lontani orizzonti, dall’altro confluiscono in reminescenze lisergiche di certa new wave mediterranea, trascinando l’ascoltatore verso una profonda oscurità, in un vortice di triste catatonia.

Mauro Spada, in questa sua nuova avventura esistenziale, ci racconta quello che è il suo percorso intimo e interiore, raccogliendo, nel paradosso teorico kafkiano de Il Silenzio Delle Sirene, lo smarrimento dell’uomo moderno di fronte a un mondo che non riesce più a spiegare, nel quale si sente sempre più estraneo e che sembra ormai irreversibilmente piegato al suo stato di indifferenza cronica.

Ulysse ci mostra, nel sempre più difficile equilibrio tra caos e ordine, tra angeli e demoni, l’incapacità di comunicare all’interno di una società martoriata dall’ascesa egemonica della tecnologia e di internet: realtà che hanno completamente trasfigurato le dinamiche di interazione, alterando e deformando la nostra percezione nei rapporti interpersonali, facendosi cassa di risonanza mediatica di iperboliche distorsioni cognitive, a volte ripugnanti e nauseanti.

D’altronde, sapere qual è il proprio destino significa conoscere il senso della propria vita, anzi della vita in genere: significa scoprire tutti i misteri del mondo. Oppure, l’alternativa è far finta di aver capito, e andare avanti comunque.

https://www.facebook.com/ulysse2021/

Membri della band:

Mauro Spada: voce

Raffaello Zappalorto: basso

Silvio Spina: chitarre

Gino Russo: batteria

Tracklist:

1. Sontuosa Solitudine

2. Vetro

3. Nel Torbido Scorrere

4. L’Ascesa Dei Dementi

5. Fino Al Sangue

6. Patroclo

7. Hwhap

8. L’Alba Di Sapporo

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