You, Nothing. : recensione di Lonely//Lovely

You, Nothing.

Lonely//Lovely

Floppy Dischi, Non Ti Seguo Records, Dotto

7 Maggio 2021

genere: shoegaze, post punk, dream pop

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Recensione a cura di Mamunia

Lonely//Lovely è l’album d’esordio della band shoegaze veronese You, Nothing., in uscita il 7 maggio per Floppy Dischi, Non Ti Seguo Records e Dotto, e anticipato dall’uscita dei singoli Waves, Reflectie e Gazers.

Ho scoperto gli You, Nothing. durante questo inizio di primavera stentato. Il quartetto veronese mi ha letteralmente salvata dal rigurgito d’inverno che imperversa sulla mia attuale quotidianità. Apro gli occhi e piccole goccioline d’acqua si sono appostate minacciose sui vetri della finestra. Intorno ad ognuna di loro si è formato un principio di appannamento. In modo caustico, sembrano volermi rammentare il tepore della casa che sto lasciando e il gelo che mi appresto ad affrontare.

Lonely//Lovely esplode il suo personale e sfaccettato wall of sound con Identity. Le sferzate elettriche della opening track invadono la fredda solitudine della mia macchina e hanno la capacità di svoltarmi la giornata, a ritmo di un brano che vien voglia di riascoltare, per la carica e l’energia che sprigiona.

La zampata assassina al mio malumore meteoropatico gliela assesta, però, Reflectie. La sua ambientazione sognante, l’intro in delicato crescendo, il velluto della voce, l’ipnotico arpeggio elettrico mi portano a ripensare a un pittoresco termine inglese: con “earworm” si indicano quei brani killer che si incastrano nella nostra mente e che risultano difficili da estirpare. Reflectie, e il suo il ritornello maledettamente ruffiano, si è radicata nelle mie orecchie. Non ho alcuna intenzione di estirparla, anzi, vorrei potercela tenere il più a lungo possibile, coltivarla, chiedendomi quali frutti mi regalerà dopo ripetuti ascolti.

Sono a metà del tragitto tra casa e lavoro, quando inizia Waves. I tergicristalli cancellano timidamente le tracce di pioggia, ma la lotta è impari e l’acqua torna inevitabilmente a ricoprire il parabrezza dopo pochi istanti. Eppure ormai sto canticchiando allegra, è una canzone che mi sembra di conoscere già al primo ascolto. “I don’t need you, but I just want you so bad“: perfettamente bilanciata tra lo shoegaze e il dream pop, con Waves picchietto il piede sinistro per tenere il ritmo, quando non sono costretta ad usarlo sulla frizione.

Parcheggio mentre gli assolo di chitarra su H.Y.E., intrecciati intorno a una testarda linea ritmica, stanno per concludere il fragoroso brano. Impossibile non chiedersi come sarebbe in una resa live e, mentre fantastico, dimentico l’ansia da timbratura per lasciare che la canzone finisca. Decido di concedermi un secondo ascolto: resto seduta al mio posto, mentre i vetri si appannano, ogni fretta è svanita. Scendo dalla macchina e mi preparo ad affrontare la pioggia con una carica inedita, soprattutto per una giornata così plumbea. Ne sono certa: la sensazione è figlia del vorticoso giro di basso, vorrei riavvolgere il nastro ma il dovere chiama. Mi strappa al piacere di lasciarmi trasportare sulle note di Lonely//Lovely, come sembrano invece fare i due protagonisti in copertina.

Try again, fail again, find a way to go on“: Sonder mi suggerisce il mantra della giornata, mentre il mio percorso in automobile si inverte e sto tornando finalmente a casa. Mi aspettavo un calo di tensione dopo l’ottimo inizio, ma Lonely//Lovely tiene ostinatamente la barra. Si manifesta chiaramente l’intenzione di arricchire la qualità melodica della linea vocale con una chitarra elettrica che si fa progressivamente più aggressiva. Anche se ha smesso di piovere, nuvole livide incombono sulla mia testa, ma Sonder sembra avermi circondata con un’aura sonora protettiva.

Se non fossi costretta alla guida, mi scatenerei in qualche improbabile passo di danza su Problems. La vivacità del pezzo sembra suggerire quell’improvvisa libertà dei movimenti a cui riesco ad abbandonarmi solo come parte dell’informe massa di pubblico sotto un palcoscenico. Mi immagino con la testa a ciondoloni durante il crescendo che anticipa l’esplosione del ritornello finale, per poi tornare a scatenarmi circondata dalla confortante presenza di sconosciuti e anonimi partecipanti al comune rito tribale di un concerto.

Lonely//Lovely si appresta a finire. Closer si caratterizza in particolare per la ripetizione ossessiva dell’impianto ritmico scandito dal verso “I’m going further be much closer” ed è prodromica all’esuberanza di Gazers, con cui la tracklist si conclude. Terzo ed ultimo singolo estratto per promuovere l’album in uscita il 7 Maggio, gli You, Nothing. lo scelgono per terminare il loro esordio discografico: con un motivo adrenalinico, Gazers si rannicchia sul finale con un effetto noise, ottenuto dal riverbero delle chitarre sul muro del loro stesso feedback.

Riascoltato fluidamente in cuffia, al massimo volume, Lonely//Lovely è un album omogeneo, coerente, caratterizzato da melodie semplici ma raffinate, che meriterebbe di essere presentato dal vivo, anche fuori dai confini nazionali. Il suo mood malinconico e nostalgico si manifesta nitidamente nella fruizione integrale delle otto canzoni, parte di un circuito che si presta all’ascolto anche senza soluzione di continuità.

Fuori continua a piovere, ma la musica ha il potere di restituire vitalità anche alle tonalità più grigie. Questa volta sono protetta dall’intimità del mio appartamento e nessuno potrà impedirmi di cantare e ballare, con gli occhi puntati sulle punte dei piedi, nel rispetto della tradizione shoegaze.

Arrangiamenti in crescendo sottolineati dal chiaroscuro di una voce delicata, sognante ma, alla bisogna, anche mordace: ben lontani dalle pop song tipicamente ammiccanti e sornioni, gli You, Nothing., con Lonely//Lovely, sono stati capaci di mescolare gli ingredienti caratteristici del genere a contaminazioni post punk e dream pop in una macedonia colorata e multiforme, che resta comunque omogenea.

Credits:

Gli You, Nothing. sono Gioia Podestà (voce e chitarra), Federico Costanzi (chitarre e synth), Giulia Cinquetti (basso) e Nicola Poiana (batteria e drum machine). L’album è stato registrato, mixato e masterizzato da Michele Zamboni presso gli studi di registrazione di Anna Guglielmini a Verona.

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https://www.instagram.com/younothing.band

Tracklist:

1. Identity
2. Reflectie
3. Waves
4. H.Y.E.
5. Sonder
6. Problems
7. Closer
8. Gazers

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