Danpk: recensione di One Day

Danpk

One Day

Hellbones Records

30 novembre 2020

genere: instrumental, drone, industrial, ambient, elettronica. trip-hop, visual art, trance
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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Un bianco perenne che avvolge e riveste l’ambiente circostante con un soffice mantello, come se una luce pallida e abbagliante inghiottisse tutte le forme e i colori dell’universo, senza la tregua della notte e del silenzio.

Uno stato d’animo che richiama le atmosfere algide ed oniriche di quei paesaggi invernali nordici “filosofeggiati” a suo tempo da Varg Vikerness, alle quali si vanno ad aggiungere connessioni psichiche ed immagini di desolazione, che in parte ridisegnano forme stilistiche già scolpite da artisti quali Naresh Ran, Daniele Santagiuliana e Petrolio.

Questo è l’impatto emotivo e visuale che anima One Day, il comeback discografico di Danpk, monicker dietro il quale si cela il progetto one-man-band elettronico ed interamente strumentale di Daniele (owner dell’etichetta romana Hellbones Records), pubblicato lo scorso 30 novembre per Hellbones Records ed impreziosito dall’artwork di Curse Vag Graphic.

A distanza di tre anni dall’esordio con l’album Terror, con in mezzo diverse collaborazioni con realtà della scena underground quali L’Amara, Deviate Damaen, Le Cose Bianche, Mister Jack, ecc., Danpk torna al suo vecchio amore: la musica elettronica, in ogni sua derivazione e contaminazione.

Lo fa stendendo un tappeto sonoro, dinamico ed evocativo, imbastito e cucito su linee elettroniche essenziali che spaziano in un ampio range creativo e sintetico: dall’ambient al cosmic-kraut, dall’industrial alla trance, dagli echi industrial alle interferenze droniche, passando per le ipnotiche linee di pianoforte, che esaltano di fatto il climax polifonico dell’opera.

Il tema centrale dell’EP, come si evince dai titoli dei quattro brani, si riassume in un contesto temporale circoscritto a ciò che è adesso, ma parallelamente anche di proiezione futura, rifacendosi ad una giornata tipo dell’autore stesso: il viaggio per andare al lavoro (Short Ambient Trip), il viaggio per tornare a casa (The Way To Infinite Return e G.R.A.) ed il rientro a casa per riabbracciare il proprio figlio (Son).

Quello descritto da Danpk in One Day è un linguaggio metafisico che si genera ed autoalimenta all’interno di un micromondo sensoriale costruito minuziosamente su dense intelaiature industriali, fatto di dilatazioni foniche distorte, istantanee visionarie e confini rarefatti dai contorni sfocati, partendo da momenti umorali ansiogeni e claustrofobici che via via tendono a quietarsi e a diventare sempre più luminosi e positivi.

https://open.spotify.com/album/2ku3lGLJ8Dnh4lr1hAh5MY?si=czA42km4Ty2W4TGE_Chqgg

Tracklist:

1. Short Ambient Trip

2. The Way To Infinite Return

3. G.R.A.

4. Son

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