6 dicembre 1956: nasceva Randy Rhoads

Santa Monica, 6 dicembre 1956. Nasceva il chitarrista americano Randall William Rhoads, noto come Randy Rhoads, da sempre considerato un virtuoso della chitarra e uno dei più celebri ed influenti chitarristi heavy metal degli anni Ottanta e della storia del rock moderno.

Randy muore in un incidente aereo all’età di soli 25 anni. Ha suonato dapprima con i Quiet Riot e successivamente con Ozzy Osbourne, è stato un assiduo e devoto studioso delle tecniche classiche di uso della chitarra, che ha poi combinato all’interno della sua musica.

Randy Rhoads era come Van Halen, entrambi avevano una formazione classica alle spalle, quindi sarebbero stati dei talenti in qualsiasi genere musicale si fossero specializzati.
Randy è considerato, ancora oggi, uno dei migliori musicisti heavy metal di tutti i tempi, ed il sottoscritto è d’accordo con tale considerazione.

Rhoads è diventato ancora più famoso perché è morto in un incidente aereo, tanto che verrebbe da pensare: forse il modo più semplice per diventare grandi, è essere bravi e poi morti?

Rhoads è diventato una leggenda della chitarra ed il contributo che diede ai primi due album di Ozzy Osbourne è stato magistrale.

In un’intervista del 1998 Lemmy Kilmister disse: “Non ho mai visto nessun chitarrista diventare grande così in fretta come è successo a Randy Rhoads. Non si parlò mai di lui finché era vivo, poi tutti cominciarono a dire che era stato un genio del cazzo. Era un tipo simpatico e un gran bravo chitarrista, è vero, ma non era di certo al livello di Hendrix o Clapton”.

Le parole del compianto Lemmy, ovviamente, non erano una critica negativa nei confronti di Randy Rhoads, semmai erano una critica al mondo che li circondava, che spesso approfondiva ed elogiava la vita artistica dei musicisti soltanto una volta che non c’erano più. Diciamo che capita spesso anche oggi.

Queste le parole di Ozzy Osbourne nel ricordo dell’amico Randy Rhoads: “Non ho rimpianti, tranne quello di non essere stato lì quel giorno per impedire a Randy di salire su quell’aereo. Randy era la mia vita, cazzo, il mio sangue e la mia energia. Ero il suo più grande fan, e lui era il mio più grande fan, ci piacevamo a vicenda. Gli ho insegnato tutto quello che avevo imparato, tutti i trucchi e le mosse; studiavamo tutto assieme. Passavamo giornate a dire: ‘Quando fai questo, io mi muovo così’. Eravamo in sintonia, era perfetto. Che Dio benedica Randy Rhoads”.

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