Leda: recensione di Memorie Dal Futuro

Leda

Memorie Dal Futuro

12 aprile 2019

Il Piccio Records

genere: alternative rock, noise, new wave, garage, psych

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Secondo il principio neoplatonico del binomio discordia-concordia, la figura mitologica di Leda si lega al concetto pitagorico dell’armonia degli opposti, determinando le implicazioni morali ed etiche della clonazione umana ed i suoi effetti sui problemi dell’identità personale.

Da questo immaginario filosofico-letterario prende forma nel 2017 il sodalizio artistico del combo marchigiano Leda, collaborazione nata dall’incontro dei musicisti Enrico Vitali, Serena Abrami, Fabrizio Baioni e Mirko Fermani, da anni attivi nel panorama della musica italiana underground e cantautorale.

Forti del prezioso apporto ai testi del corregionale scrittore Francesco Ferracuti, i Leda maturano e trasformano quel progetto embrionale in sostanza discografica pubblicando l’album d’esordio Memorie Dal Futuro, edito il 12 aprile 2019 per l’etichetta ascolana Il Piccio Records.

Il quadro tematico della release (che nel titolo ricorda uno degli episodi della famosa serie tv Black Mirror), circoscritto all’interno di una cornice orwelliana, mette in evidenza il controverso, impersonale, dicotomico e patologico rapporto tra uomo e tecnologia, nel labile, inafferrabile ed interscambiabile confine tridimensionale tra passato, presente e futuro.

La struttura onirica dell’opera si muove ed oscilla sul piano inclinato della condizione di crisi identitaria dell’essere umano e sulla duplicità cartesiana tra mondo interiore e mondo esteriore, evocando ossimori, questioni esistenziali e mostrandosi in tutta la sua fragilità poetica, libera di esprimersi mediante vocalità eteree, leggiadre e sommesse, senza la necessità di dover gridare quel genere di insoddisfazione e malessere.

Memorie Dal Futuro, traccia dopo traccia, mostra una tensione continua che scorre come acqua tra i sassi, proiettando la propria presenza nei pulviscoli del tempo, oltre il tempo stesso, nel tentativo di dare un significato alle rughe d’espressione e alle cicatrici epidermiche, nel dualismo allegorico tra l’orizzonte utopico/distopico del futuro e lo sguardo rivolto costantemente all’indietro; come a voler rispolverare in modalità random una sorta di archivio emotivo della memoria, nel confronto speculare ed ingeneroso del come eravamo e di come siamo diventati.

Le undici composizioni viaggiano sui solchi elettrici ed elettronici che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare negli anni ’90, traendo ispirazione dalla scena alternative italica del passato (vedi Scisma, Ritmo Tribale post Edda, Tiromancino, GarageVentinove, Neodea, Prozac + e CSI), andando di fatto a risvegliare i sensi e la memoria di quel periodo storico, cristallizzato nella qualità genuina di quei suoni retrò, così abrasivi, dinamici, distorti, malinconici e vellutati, e filtrato attraverso l’influenza della new-wave, di loop armonici e arpeggi dissonanti, della lucentezza delle ritmiche elettroacustiche sognanti e di atmosfere psichedeliche, ipnotiche e rarefatte, tra gli echi di una liturgica teatralità estetica che va ad infrangersi sulla decadente ed oscura sensibilità contemporanea.

L’intento performante dei Leda, volutamente anacronistico, consiste nel raccontare quel vuoto culturale creatosi per mezzo della caduta delle grandi narrazioni e, al tempo stesso, a causa del deterioramento del rapporti interpersonali e del genocidio/suicidio della cultura di massa, quest’ultima ingabbiata in un’idea di tempo sempre più liquida, algoritmica, iperattiva, deformata, spasmodica e fuori controllo, dove ogni elemento informativo finisce per convertirsi in materia perishable e galleggiare sulle ceneri dell’esperienza, tra le illusioni tradite e le delusioni affogate nel mare dei rimpianti.

Membri della band:

Enrico Vitali: chitarre elettriche, voce

Serena Abrami: voce, synth, chitarra acustica

Fabrizio Baioni: batteria, electribe, voce

Mirko Fermani: basso

Credits:

Musica: Enrico Vitali, Serena Abrami, Fabrizio Baioni, Mirko Fermani

Testi: Francesco Ferracuti, Serena Abrami

Prodotto da Nicola Giorgetti e Leda

Hanno partecipato: Marino Severini (voce maschile su Il Sentiero), Enrico Tiberi (synth su Ho Continuato), Giuseppe Francellucci (violoncello su Deriva ed Il Sentiero), Paolo Bragaglia (synth su Tu esisti).

Tracklist:

1. Ho Continuato

2. Distanze

3. Pulviscolo

4. Nuovi Simboli

5. Nembutal

6. Tu Esisti

7. Assedio

8. Deriva

9. Icaro

10. Solchi

11. Il Sentiero feat. Marino Severin

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