Cernichov: recensione di The Mold Legacy

Cernichov

The Mold Legacy

Dornwald Records

11 gennaio 2021

genere: dark ambient, drone, noise

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

L’11 gennaio 2021, per Dornwald Records, a distanza di quasi un anno dall’esordio omonimo, è uscito The Mold Legacy, il secondo full-length del duo dark ambient Cernichov (ЧЕРНИХОВ in cirillico), progetto fondato dal musicista e produttore belga-statunitense David Gutman e dallo scrittore underground italiano Marco Mazzucchelli.

Continuando sull’eredità dei processi cognitivi di natura filosofica e scientifica del primo capitolo discografico, le sei tracce di The Mold Legacy si materializzano come sequel naturale di quelle architetture visionarie, artificiali, dissonanti e distopiche, attraverso un ecosistema rumoristico, industriale, post-apocalittico e rigorosamente strumentale di sorgenti soniche, che vive e si nutre di muffe cibernetiche e bacteriological noise, nel dualismo simbolico e simbiotico tra morte e rinascita, sfruttando la decomposizione e la fermentazione di materia organica.

Traendo ispirazione da profonde e intime ricerche letterarie e musicali dalle coordinate non convenzionali (tra le quali vengono in mente House of Leaves, l’inquietante romanzo d’esordio di Mark Z. Danielewski, e Sphores, il concept album sperimentale dei Mhole), la macchina siderurgica dei Cernichov si produce in un’esplorazione concettuale e artigianale dal forte impatto visuale, in terrificante bilico tra incubo e realtà, assorbendo ogni frammento di luce e perdendosi nella dark age di universi molecolari e paralleli dove il tempo sembra trascorrere diversamente.

Percezioni sensoriali e acustiche impregnate di atmosfere livide, tetre e scarnificate: una drammaturgia scenica in cui l’ambiente non rimane soltanto come figura marginale sullo sfondo, ma diventa protagonista quale spettro e carnefice del suo destino, utilizzando l’orrore dell’oblio della memoria per incunearsi tra le crepe color carbone cinereo della contemporaneità.

The Mold Legacy è, dunque, un’opera sintetica dall’aria claustrofobica e inquietante (come le scale raffigurate nell’artwork di Marco Mazzucchelli), in cui l’alienazione si fonde con la solitudine; un mosaico narrativo dal linguaggio post-atomico che, tra suspense ed eterna vacuità cosmica, finisce per sprofondare in un habitat sepolcrale, denso, ignoto, spaventoso, ansiogeno e distorto, al cui interno prendono forma le dilatazioni foniche e il rumore post radioattivo di fabbriche e laboratori abbandonati, in un processo di destrutturazione sonora irreversibile.

https://www.facebook.com/Cernichov/

Tracklist:

1. Megaverse

2. The House On Ash Tree Lane

3. The Logic in Constructivism

4. Petri’s Fractals

5. Those Sparkling Fires In That Eternal Void

6. Once Upon A Time In Cybertron

Credits:

Recorded by Marco Mazzucchelli and David Gutman between December 2018 and April 2019.
Produced and Mixed by David Gutman.
Mastered by Anacleto Vitolo.
Photographies by Marco Mazzucchelli and David Gutman.
Artwork by Marco Mazzucchelli.

© 2021, Fotografie ROCK. All rights reserved.

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