Depeche Mode – Songs of Faith and Devotion

Gli anni 90 sono stati una fucina di rinnovo e sperimentazioni per l’ambito musicale: la scena rap americana cominciò a prendere piede in tutto il mondo ed il grunge iniziò farsi spazio tra i giovani, che dai garage di Seattle si spostarono nelle arene.

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Fu proprio il grunge ad influenzare le vibrazioni di Songs of Faith and Devotion.

Pubblicato nel marzo del 1993, Songs of Faith and Devotion è anche l’ultimo della discografia dei Depeche Mode che vede e include la collaborazione di Alan Wilder.

Periodo di grande sofferenza da dipendenza di alcol e droghe da parte di tutti i componenti, che ha però prodotto canzoni emblema della cultura dark.

Il disco è infatti intriso di atmosfere avvolgenti, quasi oniriche.

Canzoni come Mercy In You, Higher Love o Judas, dai testi spirituali, contribuiscono a fornire a Songs of Faith and Devotion un alone di mistero e misticismo.

Il disco si apre con I Feel You.

Pezzo atipico per il genere da sempre proposto dalla band, in quanto presenta una melodia più vicina all’hard rock che ai campionamenti elettronici ai quali si sono sempre affidati.

Walking In My Shoes è forse la punta di diamante dell’intero album: scritta da Martin Lee Gore e cantata dal frontman Dave Gahan.

Dai toni sofferenti e graffianti, Gahan sembra essere la personificazione dell’uomo peccaminoso del testo, scritto dal collega Gore.

Per godersi al meglio il disco, esiste il dvd del tour mondiale che ha seguito la pubblicazione dell’album, dal nome Devotional Tour.

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Le atmosfere sono le stesse suscitate dall’ascolto, se non più amplificate grazie agli allestimenti scenici del visionario e da sempre collaboratore dei Depeche Mode, Anton Corbjin.

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