Slayer: recensione di South Of Heaven

Slayer

South of Heaven

5 luglio 1988

Def Jam Recordings

genere: thrash metal, doom

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

5 luglio 1988. I californiani Slayer pubblicano South Of Heaven, il loro quarto album in studio, prodotto dalla Def Jam Recordings di Rick Rubin.

Dopo il successo ottenuto con Reign In Blood (pubblicato due anni prima), e la consacrazione del thrash metal della Bay Area, Tom Araya, Kerry King, Jeff Hanneman e Dave Lombardo danno vita ad un disco meno brutale rispetto al precedente lavoro discografico.

Rispetto all’opera “disumana” di Reign In Blood, South Of Heaven mostra un rallentamento nel ritmo dei brani, una scrittura dei testi più matura e articolata, sonorità doom ed una parvenza di melodia, mantenendo, comunque, il caratteristico sound estremo ed aggressivo, trademark della band californiana.

L’album si apre sulle note sinistre e demoniache della titletrack, in un groove macabro e ossessivo che aumenta il suo grado di psicosi nelle tracce Silent Scream, Ghost of War e Live Undead.

Behind the Crooked Cross ha come oggetto il periodo nazista, tematica già trattata in Angel Of Death, nel 1986. “La Croce Uncinata” era il simbolo della dittatura di Hitler, ma il testo della canzone è antinazista: racconta l’intrappolamento e il senso di colpa di alcuni soldati tedeschi, che iniziarono a pentirsi dei crimini e delle atrocità che stavano commettendo per obbedire alla dittatura nazionalsocialista.

South Of Heaven prosegue con Read Between the Lies e Cleans The Soul; brani che trasmettono all’ascoltatore una forte sensazione di sofferenza ed asfissia, mentre Mandatory Suicide mette in evidenza la follia della guerra in Vietnam. Merita di essere menzionata anche la cover di Dissident Aggressor, gentile omaggio, o tributo, pagato ai loro padri ispiratori Judas Priest.

Questo viaggio nei meandri più reconditi ed alterati della mente umana si chiude con la cantilena ipnotica ed oscura di Spill The Blood, attraverso un arpeggio introduttivo che riporta alla mente l’atmosfera di quei film horror americani degli anni ’80.

South Of Heaven rappresenta, dunque, il punto più alto della parabola musicale e commerciale degli Slayer e, probabilmente, dell’intera scena thrash metal di quel decennio.

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