Supernaughty
Temple
Argonauta Records
8 maggio 2020
genere: fuzz stoner, doom metal, heavy psych, sludge, groove metal
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Recensione a cura di Andrea Musumeci
“Don’t be a pussy, be Naughty!”.
Dalla west coast tirrenica alla west coast californiana: con un EP e un album alle spalle, tornano i livornesi Supernaughty con il loro secondo full-length intitolato Temple, edito nuovamente per Argonauta Records ed anticipato dall’uscita dei singoli Here Come The Argonauts e BIGB.
Trainati dalla lezione seminale dei Black Sabbath e spinti da un forte vento elettrico di libeccio, i quattro argonauti labronici migrano verso le terre desertiche color rosso sangue della Sky Valley sponda Kyuss, risalendo fin sulle coste lisergiche della Seattle sponda Alice In Chains.
Come raffigurato nell’artwork di Luca SoloMacello (noto illustratore freelance underground, del quale ci piace ricordare “l’infuocata” cover di Southern Crossroads, disegnata per lo split album di Teverts ed El Rojo), la spiritualità psichedelica dei Supernaughty si espande grazie alla spinta penetrante del “butt plug” di Temple, simbolo di estasi sonica e sciamanica, che si dilata in otto brani incandescenti e torbidi.
Sin dalla prima traccia (The Way I Wish To Die) il tempio pagano del quartetto heavy stoner toscano esplode in un vero e proprio bombardamento orgasmico, con quel suo incedere marziale, ipnotico e pachidermico (vagamente somigliante all’intro di Am I Evil, versione Metallica) che via via si fa sempre più rovente, ronzante e “supercattivo”.
Mentre corde e amplificatori finiscono di friggere ad alta temperatura in olio bollente fuzz stoner, il sound dei “naughties” rallenta la sua corsa per macinare grossolanamente l’ingente quantità di suoni speziati (Biogrinder) e per esplorare le orbite oscure del doom e le sabbie mobili dei terreni sludge, alternando condizioni atmosferiche ovattate, sciamaniche e sulfuree (Warehouse Demon, Plug, Temple), per poi riprendere a trasudare gigawatt nel finale mediante i fraseggi dinamici del groove metal e le traiettorie pirotecniche dell’heavy blues (Here Come The Argonauts, BIGB).
Insomma, i Supernaughty riprendono e rivisitano il mito degli Argonauti e la metafora del dramma di essere migranti. Un “viaggio” che si misura con le profondità, i desideri e le paure dell’essere umano e si muove alla volta di orizzonti sconosciuti.
“Now we’re meteors who blasting in the sky, to explore the space and its end”.
Membri della band:
Angelo Fagni: voce, chitarra ritmica
Filippo Del Bimbo: chitarra solista
Luca Raffoni: basso
Alessio Franceschi: batteria
Tracklist:
1. The Way I Wish To Die
2. Biogrinder
3. Hellboar
4. Warehouse Demon
5. Plug
6. Temple
7. Here Comes The Argonauts
8. BIGB
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