373°K: recensione di Capovalle

373°K

Capovalle

Freemod

1 marzo 2020

genere: rock cantautorale, alt-rock

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Recensione a cura di Luca Paisiello

I bolognesi 373°K si sono trasferiti a Milano da qualche anno e dopo il buon esordio di Spiriti Bollenti dieci anni fa, e il secondo album Lontano del 2013, hanno pubblicato il terzo disco lo scorso anno, Capovalle, sempre in italiano e con una decina di canzoni inedite.

Purtroppo anche questo album è stato pubblicato poco prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria e di conseguenza la band ha dovuto non poter contare sui progetti promozionali.

Se nel primo disco sussistono riferimenti ad un power rock tiratissimo cantato in italiano mescolato al blues, e nel secondo gustiamo un taglio decisamente più alt rock, in questo terzo lavoro i toni si ammorbidiscono notevolmente in quanto predomina una vena molto più cantautorale rispetto al passato, utilizzando meno le distorsioni elettriche e più il pianoforte.

Capovalle è un piccolo paese in provincia di Bergamo in alta Val Brembana, che ha ispirato i musicisti in questo nuovo viaggio musicale nel’inverno del 2017. Il disco quindi ha avuto una gestazione di due anni e la primaria necessità è stata quella di raccontare il proprio vissuto e fare delle riflessioni tra passato e futuro.

Questi ragazzi hanno preferito questa volta dare più spazio alle parole, rivolgendosi nelle canzoni spesso a se stessi o ad amori non corrisposti attraverso una musica orecchiabile e con testi meditativi. Loro raccontano di amicizie in cui in certi giorni ci sono proficui scambi di idee, si interrogano su cos’è l’amore, ammettono di provare a tirare avanti dimenticando quel che si è, cercando di dare risposte all’assurdità delle situazioni quotidiane.

Quelli di Capovalle sono per la gran parte pezzi introspettivi e placidi, non tristi ma ponderati, anche se non mancano brani più ritmati come Brucia la Città e Mai un Brivido. Le storie sono sospese in bilico senza voler tenersi tuttavia aggrappati ai ricordi.

Emerge dal tutto un cantautorato omogeneo con sfumature rock, senza BPM elevati, un insieme di emozioni variegate su una proposta sonora che però manca un po’ di coraggio in fase compositiva. E mi duole dirlo visto che il precedente disco era piuttosto seducente per le sue sonorità.

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bandcamp: https://373k.bandcamp.com/

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