An Early Bird: recensione di In Depths

An Early Bird

In Depths

Ghost Records

24 settembre 2019

genere: dream pop, shoegaze, elettro-pop

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Recensione a cura di Alberto Maccagno

Il 24 settembre 2019, per Ghost Records & Publishing S.n.C , è uscito In Depths, il nuovo EP di An Early Bird.

An Early Bird, pseudonimo di Stefano De Stefano , è un cantautore e polistrumentista italiano; ma
non solo. L’aspetto musicale del disco, infatti, è molto ricercato, nonostante la composizione di questo sia piuttosto semplice. A farla da padrone sono sicuramente le melodie, giri di chitarra acustica che cullano le canzoni e
tastiere a conferire tutti gli abbellimenti sonori alle canzoni.

Il progetto risente di una serie di influenze: sicuramente il cantautorato, con richiami precisi ad artisti come Joshua Radin, la musica pop internazionale, gli anni ’90, lo stile dreamy e shoegaze e, persino, delle sfumature urban, ad esempio in Stick It Out, seconda traccia di In Depths.

Quest’ultima, infatti, viene accompagnata dal ritmo sincopato di una drum machine, tipico di generi come la trap, su cui il cantautore adagia il suo stile di chitarre e tastiere, ad avvolgere la
canzone, e la sua voce sognante e leggera. Un brano musicalmente molto interessante, che si discosta un po’ dalla falsa riga che l’EP traccia nelle prime tre canzoni, è la conclusiva Farewell.

Questa è una composizione di solo pianoforte e voce, seppur l’autore abbia evidenziato come questa fosse nata alla chitarra, resa particolare dalla presenza di lontane voci campionate “dentro” alla musica (voci che parlano, forse una radio accesa?) e dall’intervento, solo nel finale, di una chitarra elettrica a scuotere la canzone.

Vocalmente, il disco si tiene su una linea melodica molto marcata e molto cantata che, inevitabilmente, risente della cultura italiana ma che evidenzia uno stile internazionale, maturato dall’artista nel corso degli anni, anche grazie alle esperienze precedenti con i Pipers. La voce di De Stefano sembra volerci cullare e trasportare nel mondo del sogno, un viaggio onirico alla scoperta dei sensi e della leggerezza. Infatti, questa, sussurra tutti i cantati del disco, riportando alla mente, e alle orecchie, la cultura
shoegaze e la musica dream pop, generi fondati su questo principio canoro e definiti da Manfredi Lamartina, membro della band Novanta, come il “punk degli introversi ”.

L’aspetto lirico dell’album è quanto di più cantautorale, nel senso lato che viene attribuito alla parola, ci si possa immaginare. Si muove sulle onde della poesia, trattando temi come l’amore eterno, nel brano First Time Ever, e le relative “prime volte”, intese come un concetto che si ripete e che, grazie al sentimento, rende unici tutti i momenti.

Stick It Out vuole essere un inno a vivere veramente, con coraggio, senza vergogna né paura dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, oltre che un invito a resistere, a non cedere davanti alle
difficoltà. Breaker tratta il concetto di “rottura”, di abbattimento dei muri psicologici ed ideologici come
tramite per la libertà, mentre Farewell, come suggerisce il nome, si occupa del significato di “addio”, inteso come abbandono di una strada sicura, una “casa”, alla ricerca di qualcosa di nuovo
e diverso che però non è garantito.

Insomma, quello di Stefano De Stefano, An Early Bird, è un progetto musicale molto sensibile, ricco di spunti e di influenze che, ben mescolate, portano alla formazione di uno stile assolutamente personale. Un quarto d’ora di musica che ci lascia sorridenti e fiduciosi verso i prossimi lavori dell’artista.

Alberto Maccagno

TRACKLIST:

1. First Time Ever

2. Stick It Out

3. Breaker

4. Farewell

Tutte le canzoni sono state composte, suonate e cantate da Stefano De Stefano, An Early Bird.

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