Casino Royale: recensione di Sempre Più Vicini

Casino Royale

Sempre Più Vicini

Polygram Italia/Black Out

4 aprile 1995

genere: funk rock, rock psichedelico, jazz, hip hop, raggae, dub

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Il 4 aprile 1995 usciva, per Polygram Italia e Black Out, Sempre Più Vicini, secondo disco in italiano dei Casino Royale.

I Casino Royale, che prendono il nome proprio dal romanzo di Ian Fleming del 1953, sono un gruppo musicale italiano che nella sua carriera ha cambiato molti componenti e formazioni. Dopo un primo disco in italiano, Dainamaita, la band milanese torna sulle scene con un altro piacevolissimo e ricco lavoro, intitolato Sempre Più Vicini.

Musicalmente, se ne potrebbe parlare per ore; è molto difficile indicare un genere che possa racchiudere tutto quello che, dentro a questo album, si può ascoltare ed apprezzare, ma in linea di
massima vengono indicati l’acid jazz e il trip-hop come macro-insiemi sotto cui classificare le opere del gruppo.

Più nello specifico, però, è importante notare come in questo lavoro si incontrino sonorità rock, soprattutto nelle stesure di chitarra (a tratti straziate e distorte e alle volte persino psichedeliche), elementi funk, come le linee di basso poderose e consistenti che costituiscono l’anima del lavoro, componenti jazz, facilmente rintracciabili in molte linee di piano, e fattori hip hop, come le ritmiche
sincopate e i tanti campionamenti.

Per quanto riguarda quest’ultimo genere, è chiara l’influenza della scena hip hop bolognese di allora e dei suoi maggiori esponenti, con alcuni dei quali Giuliano Palma e soci avevano già collaborato e ancora avrebbero avuto modo di incontrarsi, ovvero i grandi Sangue Misto. Con questi ultimi, probabilmente il più grande gruppo rap italiano mai esistito, i Casino Royale andranno anche in tour, realizzando così 1996: Adesso!, un disco live che preannuncia la scelta
stilistica che porterà il complesso alla realizzazione del nuovo album, intitolato CRX, nel 1997.

Oltre ai generi finora elencati, sono importantissimi anche il reggae, uno dei primi proposti in carriera dal collettivo e ancora fortemente presente in (quasi) tutti i pezzi, e la dub, ossia lo stile
nato dalla pratica nota come dubbing (doppiatura). Questa consisteva, semplicemente, nel pubblicare sul lato B dei singoli reggae la versione strumentale del brano, ma, dopo diverse sperimentazioni effettuate su queste “basi” da ingegneri del suono e produttori, prese la connotazione di un vero e proprio genere musicale.

L’atmosfera generale del progetto è, comunque, profondamente black e fa della ricerca del groove la propria missione e la propria bandiera. Una menzione speciale, appunto, va fatta per le ritmiche, opera del batterista Ferdinando Masi (e di alcuni campioni), e per le linee di basso meravigliose di Alessio Manna.

L’aspetto vocale del disco è piuttosto sfaccettato: innanzitutto, va fatta una prima distinzione tra i due cantanti che il gruppo annovera tra le proprie file, ossia Giuliano Palma, che si occupa delle
melodie, e Alioscia “BBDai” Bisceglia , che interpreta i rap dell’album.

Le melodie di Sempre Più Vicini sono sempre perfettamente sposate con la strumentale su cui si muovono, siano queste più dolci e soffuse oppure più corpose ed emozionali. Palma dà il meglio di sé in canzoni come Suona Ancora, Cose Difficili e Guarda In Alto, ricche di profumi e atmosfere che il cantante accoglie con grande maestria.

I rappati, per usare un’italianizzazione, sono molto belli e consapevoli, con testi ragionati anche dal punto di vista tecnico; ad esempio, nel brano Infila possiamo ascoltare uno dei flow e degli approcci al beat più belli nella storia dell’ hip hop italiano, alla pari di quelli proposti da artisti storici della disciplina come Neffa o DJ Lugi.

Per quanto riguarda le liriche, concettualmente parlando, queste non vengono mai lasciate al caso, ma la loro scrittura viene affrontata partendo da riflessioni più profonde e introspettive (ad esempio in Guarda In Alto, commuovente canzone dedicata chi non c’è più) fino a raggiungere situazioni più romantiche e dolci (come in Suona Ancora). In alcuni frangenti, sfociano anche nella critica sociale e nel trattamento di temi quotidiani, come ad esempio in Infila, dove si parla di strada, carcere e di un ordine, prestabilito ed imposto, contro cui ribellarsi.

In conclusione, possiamo affermare come Sempre Più Vicini sia un disco molto internazionale e, musicalmente, afro-centrico e come i Casino Royale siano una delle band più gloriose della storia italiana.

Alberto Maccagno

TRACKLIST:

1. Sempre Più Vicino

2. Suona Ancora

3. 9 configurazione

4. Anno Zero

5. Ogni Singolo Giorno

6. Cose Difficili

7. 9 configurazione – Reprise

8. Infila

9. Pronti Al Peggio

10. Lunacezione

11. Tesura

12. Guarda In Alto

13. Outro

FORMAZIONE:

Alioscia Bisceglia – rapper

Giuliano Palma – voce

Michele Pardo Pauli – chitarre

Patrick Benafei – tastiere e campionatore

Alessio Manna – basso

Ferdinando Masi – batteria

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