Nàresh Ran: recensione di Re Dei Re Minore

Nàresh Ran

Re dei Re Minore

Breathe Plastic/Toten Schwan

23 novembre 2020

genere: confini, elettronica sperimentale, dark ambient, lo-fi, drone, rumorismo noise
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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Figli di un Re Minore.

Questioni di timbro, di colore e di suono, che prendono forma mediante un’allitterazione di veglia ungarettiana, in una ricchezza armonica e disarmonica fatta di affreschi gotici, atmosfere monasteriali, antichi rituali cerimoniali di memoria boema e di composta solitudine.

Dalla costante e cosciente ricerca emotiva della propria arte interiore, come impavido atto di controcultura, nasce Re Dei Re Minore, la nuova opera discografica del musicista compositore Nàresh Ran Ruotolo, pubblicata il 23 novembre scorso per il combo Breathe Plastic/Toten Schwan Records e distribuita in limited edition.

Naresh Ran Ruotolo, in arte Nàresh Ran, per chi non lo sapesse, è il fondatore e proprietario dell’etichetta fiorentina Dio Drone, una delle più interessanti del panorama italiano underground e non solo, nonché punto di riferimento per tutti gli amanti di sonorità elettroniche ambient e drone.

I quattro brani che compongono Re Dei Re Minore si snodano attraverso un susseguirsi perpetuo di paesaggi strumentali e sperimentali plein air: un’esperienza sintetica ed introspettiva che riflette la personalità del polistrumentista toscano e l’importanza della scelta della tonalità, di come quest’ultima influenzi la composizione stessa e la percezione che l’ascoltatore ha di essa.

Essenza e profondità si legano a determinati suoni e ad uno specifico significato connesso, creando un mosaico crepuscolare di oscillazioni e frequenze, in mezzo a corrosioni foniche, requiem distorti ed interferenze provenienti dall’ambiente esterno.

L’esplorazione agreste del Re Dei Re Minore termina il suo flusso ieratico nel climax liturgico di una preghiera straziante che sfuma lentamente in un urlo liberatorio, oltre ogni angosciosa e agonizzante ipocondria, posandosi sulle delicate e sfuggenti note di un pianoforte, con l’obiettivo di ricongiungersi al ciclo virtuoso della natura, quale unica forza che ci tiene in vita.

Tracklist:

1. Kutna Hora.

2. Veglia

3. A R

4. Re Minore

Credits:

Naresh Ran: samples / field recordings / piano / cello / nastri / campi elettromagnetici / voce

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Registrato tra Praga, Pennabilli, Tenno e Firenze. Mixato e masterizzato da Riccardo Rico Gamondi al Fiscerprais Studio.

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