Prozac +: recensione di Acidoacida

Prozac +

Acidoacida

1998

genere: pop punk, punk rock

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Corre l’anno 1998 e, sotto la EMI, i Prozac+ pubblicano il loro secondo, fortunato, album in studio intitolato Acidoacida.

Acidoacida è un disco eversivo, fuori dagli schemi, che basa la propria forza sulla violenza emotiva di cui dispone e che spara in faccia all’ascoltatore.

Un po’ di contesto storico: sono gli anni ’90, in America e in Inghilterra è tornata sulle bocche di molti ragazzi e di molte ragazze una parolina magica che non si sentiva da un po’: punk. La seconda repubblica di questo genere, denominato anche punk californiano o pop punk, trova in comune con il genere padre degli anni ’70 il bisogno di esprimersi, la voglia di divertirsi e un concetto di bellezza musicale che va oltre la tecnica del musicista, o del cantante, e alla qualità dello strumento.

In realtà, si tratta di un genere che, grazie a gruppi come Green Day, Blink-182 e Sum 41, riuscirà a scalare le classifiche di vendita di molti paesi, complice anche la sua immagine “colorata” e le sue sonorità pop e orecchiabili. Difficile dire se quello dei Prozac+ fosse esattamente pop punk, seppur questo sia il genere che più
si avvicina allo stile del gruppo, ma l’ascolto della loro opera risulta molto radiofonica, anche grazie alle linee vocali, leggere e melodiche di Eva Poles.

Per quanto riguarda l’aspetto vocale del disco, è molto interessante la presenza costante di un controcanto parallelo a quello principale nel brano Colla, mentre, musicalmente, balzano subito
all’orecchio i semplici e diretti riff di chitarra, spesso registrati su due tracce, una per la ritmica e una per le melodie.

In ogni caso, il progetto affronta tematiche molto diverse tra loro ed estremamente “reali”, proponendo un sottotesto molto malinconico ed emotivo, che hanno come filo conduttore il disagio. Ascoltando brani come Piove e Piango, si può apprezzare la semplice, ma molto efficace, descrizione di stati d’animo come l’empatia, l’ipersensibilità, la malinconia e la depressione, le quali
vengono sfiorate anche in Quando Mi Guardo o la prima menzionata Colla, che parla del (disperato) tentativo di rimettere insieme i pezzi e di aggiustare gli sbagli della vita.

In Acidoacida troviamo anche molte provocazioni, ad esempio quelle sulla droga della hit radiofonica Acida, di Baby o della, a dir poco esplicita, Betty Tossica . Quest’ultima, in particolare, racconta la storia di una giovanissima eroinomane, di soli 15 anni, di bellissimo aspetto, seppur dimostri il doppio della sua età. Betty dice sempre che smetterà ma coglie ogni occasione per non farlo, rimanendo così “tossica”, ricordando molto la storia di Christiane F ne “I Ragazzi dello Zoo di Berlino”.

Un altro dei capitoli di maggior interesse del lavoro è rappresentato dalla canzone Fenomeno, il capitolo più punk dell’intero progetto. Parla di tutti quegli status symbol che la società impone sul come bisogna presentarsi ed essere, sull’uso che si fa di questi fenomeni e su altri fenomeni che sfruttano questi ultimi a scopo di lucro. Due dei quattordici brani di cui è composto l’album, ossia GM e la già citata Betty Tossica, vengono cantati da Gian Maria Accusani , chitarrista e batterista della band, con la sua voce scanzonata e irriverente alla quale lasciano spazio le delicate melodie di Eva Poles.

Ci sarebbero ancora moltissime cose da dire su un album come questo, sui suoi contenuti e sulle sue intenzioni ma, credo, che solo l’ascolto di alcune di queste canzoni possa far capire e comunicare il carico emozionale dei Prozac+.

Come ultima nota, mi piacerebbe sottolineare i giri di basso di Elisabetta Imelio, soprattutto nei brani Ho Raccontato Che e Piango, detta anche “Baby Boom” e scomparsa il 29 febbraio di quest’anno alla fine di una dura lotta contro due tumori, uno al seno prima e uno al fegato poi generato dal
precedente.

Imelio è stata fondatrice anche della band Sick Tamburo, sempre insieme ad Accusani, e a lei sono dedicati i brani Elymania degli Afterhours, estratto dall’album Hai Paura del Buio? del 1997, e La Fine Della Chemio, scritto per lei da Accusani nel 2015 e pubblicato nel 2017.
Il pezzo, inoltre, è stato reinterpretato, a scopo benefico nel 2018 assieme ad artisti come Lo Stato Sociale, Manuel Agnelli, Jovanotti, Elisa e molti altri.

Quello dei Prozac+, in Acidoacida, è l’urlo di una generazione, di un senso di inadeguatezza e disagio, ancora tristemente attuale ma in grado di farci ballare, pogare e, magari, sentirci un po’
meno soli.

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