Rolling Stones: recensione di Sticky Fingers

23 Aprile 1971, Londra.

I The Rolling Stones pubblicano l’iconico album ‘Sticky Fingers’.

Il disco raggiunge il primo posto in classifica, sia in Inghilterra che negli Stati Uniti, rimanendovi rispettivamente per cinque e quattro settimane.

I Rolling Stones affidarono la grafica della copertina al genio della pop art, Andy Warhol, che fu pagato 15000 sterline.

Andy Warhol ebbe un’idea davvero innovativa: la foto di un paio di jeans in bianco e nero, ‘pacco’ in rilievo, con close up sul bacino all’altezza dei genitali e, soprattutto, con una vera zip che si apre e lascia intravedere gli slip su cui è stampato il nome di Andy Warhol e l’ambigua scritta “This photograph may not be. Etc.”.

La foto è stata scattata da Billy Name e ritoccata graficamente da John Pasche.

Proprio John Pasche, il disegnatore della famosa bocca con la linguaccia che verrà usata per la prima volta sul retro della copertina di ‘Sticky Fingers’, diventando così il logo inconfondibile dei The Rolling Stones, ed allo stesso tempo un logo remunerativo per il merchandising.

Queste le canzoni presenti nell’album: ‘Brown Sugar’, ‘Sway’, ‘Wild Horses’, ‘Can’t You Hear Me Knocking’, ‘You Gotta Move’, ‘Bitch’, ‘I Got the Blues’, ‘Sister Morphine’, ‘Dead Flowers’, ‘Moonlight Mile’.

Un disco di inediti che somiglia più ad un greatest hits: album assolutamente imprescindibile per ogni collezionista di musica rock, e non solo.

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