Timoria
1999
PolyGram
28 Gennaio 1999
genere: pop rock italiano, beat italiano, alternative rock italiano
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Recensione a cura di Anna Tassello
Alla fine degli anni ’90, i Timoria, una delle colonne dell’alternative rock tricolore, mandano alle stampe il loro settimo album in studio intitolato 1999, edito per PolyGram.
I Timoria, con il loro miglior lavoro Viaggio Senza Vento del 1993, vennero considerati una delle espressioni più significative del rock italiano. Abbastanza noto alle cronache del giorno d’oggi, sul finire di quel decennio, Francesco Renga, voce potente, carica e adatta al rock asciutto dei Timoria, decise di lasciare il gruppo (sostituito da Davide “Sasha” Torrisi), in seguito alle divergenze e ai dissapori con il leader del gruppo, Omar Pedrini.
I seguaci dei Timoria videro così infrangersi una squadra, che, da sempre, aveva predicato un viaggio sulla stessa “nave”; un gruppo ancora in buona forma, come aveva dimostrato l’ultima release 2020 Speedball.
La dipartita di Renga lasciò un’eredità pesante, tuttavia Pedrini cambiò modo di scrivere, di esprimersi, orientando sempre più la sua opera verso la tradizione Beat italiana e verso un canto corale composto da numerosi e piacevoli falsetti. Divenne un rock, quello dei Timoria, più vario e melodico. Omar ebbe il merito di proseguire un percorso in parte già iniziato, perfezionandolo e ampliandolo: quello che lo vide trasformarsi in un eclettico artista, tra reading letterari, etica beat e rock italiano. Inoltre, la sua voce, sofferta e incisiva, si rivelò più funzionale a questo nuovo indirizzo stilistico.
Partendo appunto dalle vocalità, 1999 suona triste, sofferto e angosciato; voci e cori comunicano un vero senso di fragilità, di poca speranza nelle proprie possibilità, ma questo è uno dei motivi per cui risulta una produzione compatta e dal carattere riconoscibile. Al primo ascolto, la sensazione è di ritrovarsi in una galassia fuori dal tempo: dei ragazzi tristi degli anni ’70 che camminano verso il cyber spazio incontrano personaggi del secolo scorso, poeti e cantori della strada, menestrelli, intellettuali, strambe figure, maestri di vita metropolitana e draghi dormienti.
Aprono il disco le chitarre pesanti di Deserto, canzone sui dubbi e i ripensamenti, una sorta di ricerca interiore di una risposta. Ora e Per Sempre è la canzone pop che Omar aveva nelle corde da un po’, che segna un definitivo distacco dalla precedente produzione e formazione, facendosi ascoltare con gusto.
E’ Così Facile potrebbe essere un’autobiografia del gruppo ed è sicuramente un omaggio alla tradizione Beat italiana. Un Volo Splendido mostra un rock plastico, intriso di suoni britannici, che non si fa dispiacere per il buon crescendo strumentale. Genova, canzone d’atmosfera, raffigura un paesaggio invernale; una fredda e straziante cornice per un addio degli amanti. Vale il prezzo dell’intero album.
Splendida Profondo Blu, aggressiva ballata alla Timoria. Ora Che Sono Qui, altra canzone nel loro stile. Il Maestro, invece, nel suo tentativo rap, si sviluppa senza una vera e propria dimensione all’interno di un disco dalla natura completamente differente. Emozionante e particolare il finale disegnato dalle note de L’Amore è Un Drago Dormiente, le cui liriche, affidate ad Aldo Busi, rivelano un momento intimo e contemplativo, facendo dimenticare la non proprio orecchiabile Dove Nessuno (decide per te).
1999 è un disco che pone le basi per quelli che poi saranno i successivi capitoli discografici (come El Topo Grand Hotel e Un Aldo Qualunque sul Treno Magico), impreziositi dalle influenze etnico-mistiche e della ricerca musicale degli anni ’70. Scompariranno i Timoria, rimarrà Omar Pedrini: un ragazzo che, nel 1999, aveva ancora le giuste aspirazioni per costruire qualcosa di potenzialmente innovativo, ma che, col tempo, deciderà di percorrere altri sentieri narrativi.
1999 è un album di transizione, con bei momenti e inevitabili cadute, dovute probabilmente al tentativo di caratterizzare il suono in maniera diversa rispetto al passato.
Formazione:
Davide “Sasha” Torrisi: chitarra e voce
Omar Pedrini: chitarra e voce
Carlo Alberto “Illorca” Pellegrini: basso e cori e voce in Deserto e Un volo splendido
Enrico Ghedi: tastiere
Diego Galeri: batteria
Pippo Ummarino: percussioni
Tracklist:
1. Deserto
2. Ora e per sempre
3. È così facile
4. Un volo splendido
5. B. Bl. Blu. II
6. Genova
7. Ora che sono qui
8. Profondo blu
9. Dove nessuno (decide per te)
10. In the ghetto
11. Il maestro
12. L’amore è un drago dormiente
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