Report a cura di Stefania Milani

Dai miei diari dal Regno Unito vi racconto una serata particolarmente soddisfacente nel panorama omologato attuale, che si è svolta a Dingwalls, storica location nel cuore di Camden a Londra.
Una sequenza di band che fino ad un paio di decadi fa avremmo sicuramente ascoltato alla radio e che oggi va cercata come piccole gemme nascoste nei locali iconici della Capitale e per questo più preziose.

Gli ospiti principali erano i Bad Nerves, gruppo rock-punk che mi ha definitivamente conquistata quando ha aperto per i Darkness durante il tour britannico lo scorso Dicembre, dimostrandosi ampiamente all’altezza del compito.

In apertura, cronologicamente, si sono esibiti: Black Bordello, Jo Jo and the Teeth e gli Eater, in ordine di maturità e struttura, ma io vorrei dedicare una menzione speciale ai giovani Black Bordello, per le vibrazioni onirico-psichedeliche che hanno trasmesso, le melodie di mondi sommersi avvolte in un mantello di pizzo neo-noir, al pari della personalità sofisticata portata sul palco che mi ha nostalgicamente riportata alle scene dei film cult degli anni ’90.

È stato dunque il turno dei Bad Nerves: le loro influenze punk anni ’70 si susseguono senza fiato in modo trascinante e l’atteggiamento deciso, scattante, ribelle, potenziato da un look di stile e di rottura degli schemi, il suono apparentemente ripetitivo e per questo sprezzantemente provocatorio, nonché la presenza vigorosa sullo stage di questi ragazzi, meriterebbero una maggiore risonanza, sebbene queste nicchie siano forse quelle che meglio rendono omaggio e riconoscono la qualità della loro offerta musicale.
In scaletta, tra le altre, Antidote, di recentissima uscita, U.S.A. e Can’t Be Mine di cui consiglio l’ascolto ai piu’ curiosi: toccherà tutti i Nervi Cattivi e non uscirà più dalla testa.

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