Phil Spector, il noto produttore musicale, nonché architetto del Muro del Suono, è morto a causa di complicanze insorte in seguito al contagio da Covid-19. Aveva 81 anni.
Quattro settimane fa era stato trasferito in ospedale, dalla prigione nella quale stava scontando una pena da 19 anni all’ergastolo, inflittagli per aver ucciso nel 2003 l’attrice Lana Clarkson. In seguito ad un’apparente ripresa, era stato dimesso, ma la situazione era poi ripeggiorata, costringendo Spector ad un nuovo ricovero, che ha avuto, però, come epilogo il decesso, avvenuto nella giornata di ieri, sabato 16 Gennaio.
Phil Spector aveva iniziato presto la sua carriera. Quando frequntava ancora le scuole superiori, aveva prodotto la sua prima hit: To Know Him is To Love Him, dei Teddy Bears.
Da quel momento in avanti, produsse innumerevoli successi, arrivando a legare il suo nome a quello dei Beatles, per i quali produsse l’ultimo album Let It Be.
Spector continuò a collaborare con John Lennon e George Harrison anche dopo lo scioglimento dei Beatles, co-producendo alcuni dei loro lavori solisti.
Il Muro del Suono per cui Spector è noto era una tecnica che consisteva essenzialmente nell’aggiunta, alla classica strumentazione basso-chitarra-batteria, di strumenti tipici della musica orchestrale quali archi, ottoni, triangoli, timpani e percussioni che mai, in precedenza, erano stati utilizzati nella musica pop e che venivano registrati e poi sovrapposti (raddoppiandoli e triplicandoli) per ottenere un suono quasi unisono ed arrivare così ad un effetto di riverbero ed un suono più denso, quasi ad avvolgere l’ascoltatore in una massa sonora continua e che lo stesso Spector amava definire un approccio wagneriano al rock & roll: piccole sinfonie per i bambini.
Phil Spector era sto introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1989.
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