22 marzo 1987.
I newyorkesi Anthrax pubblicano l’album ‘Among the Living’, uno dei capisaldi nel panorama thrash metal degli anni ’80.
‘Among the Living’ si basa sul noto romanzo di Stephen King, ‘L’Ombra dello Scorpione’.
‘I Am the Law’ racconta la distopica realtà del fumetto Judge Dredd, ‘N.F.L./Efilnikufesin’ se la prende apparentemente col football americano, ma in realtà è un pezzo su John Belushi, ‘Indians’ è invece un tributo al massacro subito dai nativi americani.
Secondo molti, la produzione non è di grande livello, ma, nonostante questo, a mio avviso rimane uno dei migliori dischi thrash in assoluto e degnissimo successore del capolavoro ‘Spreading The Disease’ dell’anno precedente.
‘Among The Living’, dedicato alla memoria del grande Cliff Burton, è il terzo disco in studio per gli Anthrax, il secondo con Joe Belladonna alla voce.
Un disco che, a volte, è stato messo in secondo piano, a causa della spietata concorrenza di altri storici colossi del genere thrash che si trovò ad affrontare nello stesso periodo storico.
‘Among the Living’ è il punto di contatto tra i vecchi Anthrax, che all’inizio degli anni ’80 infiammavano l’East Coast a colpi di hardcore punk ed heavy metal, e gli Anthrax successivi, più impegnati a trattare tematiche sociali ed a sperimentare la convivenza tra heavy metal e rap.
Il retaggio hardcore, come nel caso di ‘Caught In A Mosh’ e ‘Skeleton In The Closet’, aggiunge enfasi e frenesia al songwriting degli skaters del metal, caratteristiche già presenti su ‘Spreading The Disease’, ma ulteriormente accentuate in questo disco; insomma, un chiaro invito a scatenarsi di brutto e a pogare con chiunque, o qualunque cosa sia a tiro.
Il carismatico Joey Belladonna è superlativo, attraverso la sua interpretazione limpida, incitante al ‘moshing’, ci fa capire che, anche in un genere non certo famoso in generale per le capacità tecniche dei cantanti, può esistere l’eccezione.
La sezione ritmica è affidata ai due “italiani”, Frank Bello al basso e Charlie Benante alla batteria: semplicemente devastanti, probabilmente, la loro miglior prestazione dell’intera discografia Anthrax.
Le due chitarre di Dan Spitz e Scott Ian, producono riff veloci e taglienti, regalando anche parti melodiche alla ‘Armed And Dangerous’, da togliere il fiato e far allargare il cuore.
‘Among the Living’ è un disco assolutamente imperdibile. Tanto di cappello agli Anthrax.
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