Articolo a cura di Luca Paisiello
“Festeggeremo la fine della chemio, fianco a fianco su quel palco” (La Fine della Chemio)
Pordenone, città friulana quasi dimenticata da Dio che però ha visto nascere due gruppi importanti dell’alternative rock italiano che hanno scalato classifiche e trascinato tanto bel pubblico ai concerti: i Prozac+ e i Tre Allegri Ragazzi Morti. Fondati entrambi a metà degli anni 90, i leader delle rispettive band, GianMaria Accusani e Davide Toffolo, avevano suonato insieme nella scena musicale locale, ma i primi a raggiungere il successo sono stati i Prozac+, affacciandosi con il loro stile punk melodico con l’album di esordio, Testa Plastica, che nel 1995 tra ironia e quotidianità esprimeva la realtà del disagio giovanile di quegli anni.
La formazione è sempre stata formata da GianMaria alla chitarra, Eva Poles alla voce ed Elisabetta Imelio al basso, lavorando intensamente insieme dal 1995 al 2007, anno in cui è iniziata una lunga pausa di riflessione, perché ufficialmente i Prozac non si sono mai sciolti.
Il trio ha sfondato tre anni più tardi, nel 1998 con il secondo disco, Acidoacida, che rimane il loro album più famoso con il suo mix di pop e punk, tanto da girare a manetta nelle radio e nei due più importanti contenitori musicali televisivi.
I Prozac+ hanno spopolato con i loro tour suonando anche all’estero, subendo polemiche e critiche per i loro testi che inneggiavano apparentemente all’uso delle droghe, quando invece erano lo specchio di una realtà sociale spesso sottovalutata o addirittura ignorata, e storie di un malessere giovanile di ragazzi messi ai margini dalla società e dalle sue tacite regole imposte.
Dai rockettari sono stati visti all’epoca come banali e ripetitivi, con testi scontati e ritmi fin troppo faciloni, soprattutto dopo un terzo album, 3Prozac+, che non aveva portato novità stilistiche. Visione che è stata rivalutata poi negli anni, anche grazie a due album, Miodio e Gioia Nera, dove pur rimanendo evidente l’indole punk e il sodalizio melodico easy listening, si ritrovano arrangiamenti e riff più curati.
Quando le strade si separano per lavorare a progetti personali, la cantante Eva Poles collabora con Mario Riso nel progetto Rezophonic, il mix di artisti a sostegno della raccolta fondi per la costruzione di pozzi in Africa, al quale poi partecipano anche gli altri due membri della band, e pubblica nel 2012 il suo disco solista, Duramadre, pieno di sfumature elettropop e new wave, riscontrando il favore della critica.
Per GianMaria ed Elisabetta arriva invece il momento di pensare ad una nuova band, i Sick Tamburo, per sperimentare in direzione elettro-noise e con la stessa Elisabetta Imelio alla voce quasi per gioco, risultando invece una scelta molto azzeccata. Nel primo album si presentano con un passamontagna, per non farsi riconoscere, ma svelato l’arcano rimarrà il loro outfit e nei loro concerti continueranno ad esibirsi mascherati.
Cinque album in crescendo (Sick Tamburo, A.i.u.t.o., Senza Vergogna, Un Giorno Nuovo, Paura e l’Amore) dove la ricerca sperimentale lascia spazio ad un rock elettronico, riprende i tiri pop punk e fiorisce la verve sempre più cantautorale del suo principale fondatore. Senza Vergogna, che trova anche la partecipazione dei Davide Toffolo dei TARM, è l’album più introspettivo e denso di tinte scure che lo rendono probabilmente il miglior lavoro dei Sick Tamburo.
La band non raggiunge il successo commerciale di Acidoacida e GianMaria si alterna al microfono con Elisabetta per poi rimanere l’unico vocalist quando la bassista e amica di sempre si ritrova ad affrontare una terribile battaglia contro un tumore al seno. Dopo averlo sconfitto, Elisabetta è costretta ad arrendersi ad un altro male incurabile al fegato. Le canzoni dei Sick Tamburo, soprattutto degli ultimi dischi, mescolano le esperienze sviluppate in 25 anni di musica e sono ad oggi il punto più alto della maturità artistica di GianMaria Accusani, che attualmente continuerà con questo progetto.
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