Be.holders: recensione di Default – 30 aprile 2020

Be.holders

Default

Blossom Bisquits

30 aprile 2020

genere: elettro-rock, dark wave psichedelico

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Il 30 aprile 2020, per Blossom Bisquits, uscirà il primo album dei Be.holders, intitolato Default.

Musicalmente, ci troviamo di fronte a un progetto ambizioso e moderno, che filtra varie influenze musicali degli anni ’80 e ’90 nel proprio immaginario sonoro e lirico, estraendone un’essenza nuova
e avvolgente. Infatti, già da Fake Laugh, canzone d’apertura del progetto, il duo di Russi (provincia di Ravenna) ci
immerge in una bolla di suoni elettronici e cupi, ritmiche sincopate e vocalità leggere.

A dettare il fil rouge del progetto sarà un clima scuro, a metà tra il sogno e l’incubo, la cui atmosfera surreale verrà squarciata da lampi di suono e abbellita da melodie soffuse di sintetizzatore. Gli ultimi tre brani (degli otto che compongono Default) dettano un notevole cambio di tendenza,
spezzando l’uniformità che i Be.holders avevano creato fino a quel momento.

Body Down, infatti, presenta una sonorità simile ai precedenti episodi, seppur impreziosita dal violoncello di Marcella Trioschi, ma subisce un chiaro cambio d’intenzione grazie allo spoken eseguito dal cantante, Francesco Rossi, il quale getta una pennellata di colore più intenso nello svolgimento chiaroscuro del disco.

The Last Call richiama alcuni degli stilemi principali della musica trap, quali gli hi-hat ripetuti e i bassi preponderanti, andando a sovrapporre a questi una linea vocale affine al rock degli anni ’80 e inserendo il tutto in un’atmosfera cupa e aleggiante. Little Mental Trip, pezzo conclusivo dell’opera, risulta essere anche il più interessante; questo è accompagnato da un giro di chitarra acustica molto delicato (seppur un po’ creepy) e, nella prima parte della composizione, da una linea canora eseguita in falsetto, ad amplificarne il mood tenebroso.

Il brano assume un certo dinamismo quando, a metà canzone, entra una cassa dritta che, seppur un po’ “lontana”, conferisce movimento al tutto. Piccole accortezze che rendono il suono del progetto più rotondo e completo sono, sicuramente, le ritmiche terzinate e, a tratti, quasi tribali, oltre ai giri di chitarra intermittenti nelle stesure.

L’aspetto vocale del disco, come già detto, subisce ampiamente il fascino musicale degli anni ’80 e del rock inglese, presentando strutture tuttavia canoniche, con doppie linee canore (solitamente a un’ottava di distanza) a dare il giusto corpo e i giusti profumi alle canzoni, risultando nel complesso
piuttosto orecchiabile.

Da questo punto di vista va sottolineata Weird Moves, ricca di distorsioni ed effetti sulla voce, molto simili a quelli di In The Air Tonight , storico brano di Phil Collins, che ne amplificano la psichedelia e le tinte “grigiastre” e un po’ dark. In ogni caso, Default risulta essere un album piuttosto sofferente anche a livello lirico, facendosi portatore di un messaggio estremamente attuale, ossia il senso di isolamento, rifiuto e estraniazione dalla società e dal mondo circostante, trasformandosi, più o meno volutamente, in una richiesta d’aiuto.

Il 6 aprile 2020, sul canale Youtube dei Be.holders, è uscito il video ufficiale di Implosion/Explosion, primo e, attualmente, unico singolo estratto dal progetto, da considerarsi come un “assaggio” in attesa della pubblicazione di un prodotto artistico piacevole e coraggioso quale Default si
conferma.

Alberto Maccagno

TRACKLIST:

1. Fake Laugh

2. Mosquito

3. Burst of Heat

4. Implosion/Explosion

5. Weird Moves

6. Body Down

7. The Last Call

8. Little Mental Trip

FORMAZIONE:

Francesco Rossi: voce

Davide Santandrea: elettronica, chitarre, sintetizzatori

Marcella Trioschi – violoncello (in Body Down)

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