1°gennaio 1997.
Robert Smith torna a casa e per prima cosa preme il tasto della segreteria telefonica.
Il primo messaggio gli procura uno shock: “Ciao Robert, sono David Bowie. Darò una festa per i miei cinquant’anni al Madison Square Garden e voglio che tu venga a cantare. Sarà una bomba, vedrai”.
È il 1° gennaio 1997, Robert Smith è felice come un bimbo. Che grande inizio anno.
Poi si convince che non è possibile, che è uno scherzo. Chiede a sua moglie Mary: “Com’è possibile che Bowie abbia il mio numero di telefono se non è nemmeno sull’elenco?”.
Mary gli risponde che non ha mai sentito una domanda più stupida di quella è che se Bowie vuole il numero di qualcuno, prima o poi lo trova.
Robert Smith continua a credere che sia qualcuno dei Cure che vuole prenderlo in giro.
Chiama il numero che Bowie ha lasciato in segreteria e dice: “Grazie dell’invito, ma non credo di poter venire”.
Quando Bowie richiama per convincerlo e Smith si convince che è davvero lui, non perde altro tempo: “Vengo”, gli dice mentre David sta ancora parlando.
E gli racconta di quanto avesse paura che fosse tutto uno scherzo.
Saliranno insieme sul palco del Madison Square Garden una settimana dopo, il 7 gennaio, insieme a Lou Reed, Billy Corgan, Sonic Youth, Placebo e Foo Fighters.
David e Robert canteranno ‘The Last Thing You Should Do’ e ‘Quicksand’.
E nell’after party dato da Julian Schnabel, Smith continuerà a chiedere alla moglie: “Ma è davvero David Bowie?”.
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