Subito dopo la separazione dai Black Sabbath, Ozzy Osbourne andò a vivere per qualche mese in un modestissimo, quasi squallido motel di Los Angeles. La sua idea era di non uscire mai (per mangiare si faceva portare pizza a domicilio per pranzo e cena), non vedere mai la luce del giorno (teneva le tende sempre chiuse e la luce spenta), non lavarsi mai e non consentire mai al personale dell’albergo di fare le pulizie.
Dopo settimane in quello stato, la stanza di era riempita di lattine di birra vuote, vetri di bottiglia e cartoni di pizza abbandonati. Ozzy si faceva pesantemente di coca e beveva come una spugna. La stanza non aveva un buon profumo e nemmeno un bell’aspetto. Una sera decise di chiamare due prostitute, per alleggerire la tensione.
Le due ragazze si fecero strada a fatica tra i rifiuti, non senza qualche timore. La stanza era praticamente sigillata, l’odore di chiuso fortissimo, l’aspetto di Ozzy poco rassicurante, lo sguardo allucinato.
Davanti al letto c’era un camino elettrico la cui fiamma si accendeva per due minuti ogni cinque minuti. Ozzy aveva trascorso ore e ore a contare i minuti e indovinare quando la fiamma si sarebbe accesa. Ora era seduto sul letto e guardava le ragazze, che avrebbero voluto essere altrove. Quando pensò fosse giunto il momento giusto urlò: “Puf!”. La fiamma del camino si accese proprio in quel momento. Le ragazze si guardarono e poi scapparono via di corsa, gridando.
Avevano pensato fosse Satana in persona e non immaginavano quanto ci erano andate vicine.
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