Huge Molasses Tank Explodes: recensione di II – 17 gennaio 2020

Huge Molasses Tank Explodes

II

Retro vox Records

17 gennaio 2020

genere: psych, stoner, blues, shoegaze, space rock

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Recensione a cura di Alberto Maccagno

Il 17 gennaio 2020 è uscito, per Retrovox Records, il nuovo album degli Huge Molasses Tank Explodes (HMTE), intitolato II. L’album presenta diverse caratteristiche molto interessanti, a partire da una qualità di composizione e produzione tra le più elevate nel circuito indipendente nostrano.

Il suono degli HMTE è ricco di varie influenze, molto diverse fra loro; le principali sono sicuramente quelle dello shoegaze britannico, dello space rock e del rock psichedelico che fanno da filo
conduttore di tutte le canzoni contenute nell’opera. Dal punto di vista musicale, ci troviamo di fronte a sonorità molto leggere ed eteree, cullate da un’atmosfera assolutamente dreamy, che accompagna l’ascoltatore all’interno di una bolla di relax e psichedelia onirica.

Le influenze passano da alcune più legate agli anni ’70, soprattutto dal punto di vista ritmico, ad altre decisamente più anni ’80, con BPM più elevati, ad esempio nei brani So Much To Lose e No One. Quest’ultimo è, probabilmente, il migliore dell’intero progetto; la sua atmosfera lo rende una perfetta colonna sonora in cui tutti gli strumenti fanno un passo indietro al cospetto di una meravigliosa melodia di chitarra, in quello che è definibile un “ritornello” strumentale (a cui solo nel finale si aggiungerà il canto).

Inoltre, la band milanese non tralascia affatto i dettagli, presentando degli ottimi giri di basso, come quello di High And Low e della conclusiva Plain che danno “corpo” all’intera composizione, e
delle particolarità ritmiche interessanti, come la batteria nella prima metà di Giving Up The Ghost che ci riporta agli anni ’60, ricordando gruppi come i Velvet Underground. Questi ultimi, infatti, vengono spesso citati tra le maggiori ispirazioni del genere shoegaze, nato sul finire degli anni ’80 e messo in ombra dall’affermarsi di nuovi stili come il britpop e il grunge.

Importantissimi nella stesura dei pezzi sono anche i sintetizzatori, elemento che, assieme alla voce, fa da perno per tutto l’aspetto psichedelico dell’album, disegnando melodie che ci rapiscono nella dimensione sognante degli HMTE.
L’aspetto vocale del disco è molto curato; a farla da padrone sono, ovviamente, gli effetti di eco e riverbero presenti sulle linee canore già molto leggere e “distese” sopra la musica; forse, però, sarebbe meglio dire “dentro la musica”.

Infatti queste, per tutta la durata di II, danno l’idea di avvolgere l’ascoltatore e, a loro volta, lasciarsi abbracciare dagli strumenti, diventando un tutt’uno con questi. Nei cantati, inoltre, si possono rintracciare diversi approcci, a volte molto vicini alle stesure delpop e del rock anni ’90, di gruppi come Verve, Radiohead, R.E.M. e persino degli Oasis di “Standing On The Shoulder of Giants” , disco decisamente sperimentale per la band di Manchester, uscito nel 2000.

Le armonie e la delicatezza trovano il proprio apice in Giving Up the Ghost , penultima canzone dell’album, dove vengono, addirittura, eseguite parti di testo in falsetto. Non mancano, però, le eccezioni, ad esempio nel brano So Much To Lose, dove si presenta uno stile
più “parlato” che lascia meno spazio alla consueta leggerezza e alle melodie, creando del piacevole movimento.

Reduci dall’ascolto di II, possiamo definire gli Huge Molasses Tank Explodes come una delle band più interessanti nel panorama underground italiano, ricca di spunti che, nonostante siano fortemente legati a correnti musicali del passato, fanno respirare un’aria di “movimento” che ci fa
ben sperare per il futuro della band e del genere. Un ottimo lavoro.

TRACKLIST:

1. Unpainted Sky

2. Dream Within a Dream

3. The Run

4. High and Low

5. No One

6. Wait for Sleep

7. So Much to Lose

8. Giving Up the Ghost

9. Plain

FORMAZIONE:

Fabrizio De Felice – sintetizzatori, voce

Gabriele Arnolfo – batteria

Giacomo Tota – chitarra

Luca Umidi – chitarra

Silvia Zaffarano – basso

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