Humus: recensione di Non È Giusto

Humus

Non È Giusto

Overdub Recordings

3 febbraio 2023

genere: hardcore punk, noise garage, heavy rock, heavy blues, groove rock, alternative rock

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

A sei anni di distanza dal full-lenght Cambia Voce e con un’intensa attività live alle spalle, gli Humus tornano sulle scene del mercato underground con un nuovo album intitolato Non È Giusto, edito per Overdub Recordings e registrato presso il Monolith Recordings Studio.

In questo terzo take discografico, immaginando una sorta di continuum temporale con la spinta emotiva della precedente release, la formazione alt-rock di Trento – progetto nato le 2012 e composto da Marco Palombi alla voce e chitarra, Lorenzo Faes alla chitarra, Stefano Negri al basso, Federico Lettieri alla batteria – dà libero sfogo al proprio malcontento nei confronti dell’humus culturale del presente: un humus tossico e degenerativo che è cresciuto a dismisura, finendo per radicarsi nei sottostrati della società contemporanea, di un ambiente etico-sociale sempre più ostile, disumanizzato e anestetizzato all’empatia, di una massa di individui che non distingue più ciò che è reale dalla finzione, ma continua a inseguire trasgressioni edoniste e ad ostentare vanità deperibili.

Il concept tematico di Non È Giusto ruota attorno alla percezione di una collettività che riflette né più né meno l’andamento dei nostri comportamenti, che tende a strozzare ogni volontà di futuro, abituata a rimandare obblighi e doveri a un ipotetico domani e a sposare più l’incudine della routine che il martello del coraggio di fare. Così, ci ritroviamo perennemente in lotta tra cosa è giusto o sbagliato, tra la consapevolezza dei nostri limiti e il desiderio di tracciare una nuova curva narrativa come segno di riscatto.

Perché in fondo è così che funziona la vita, quasi per tutti: l’esistenza ci mette davanti a scelte giuste o sbagliate, spetta a noi imboccare la strada corretta. E se non ce la facciamo, alla fine, c’è sempre un prezzo da pagare. “Mi avete rotto il cazzo con le vostre domande, quello che è stato è stato, quello che ho fatto è fatto, quello che ho perso l’ho condannato”.

Come cantano i Cara Calma nel brano VMDV, “Nemmeno oggi ho cambiato il mondo, perché in fondo siamo sempre lo stesso disastro, morire un errore alla volta per cambiare prospettiva, sbagliamo ancora sbagliamo tutti, la trappola è l’alternativa […] Chi sono io per salvare il mondo? Quando in fondo non riesco salvare me stesso.”

Negli otto episodi di Non È Giusto, gli Humus concretizzano quella che è la loro urgenza scritturale, tra rabbia e disillusione, andando a sviscerare tutto il proprio malessere cosciente attraverso una condotta sonora ruvida, abrasiva, esuberante e compatta, rievocando l’effetto analgesico di quella formula groove-alternative rock anglofona degli anni ’90, con un potenziale espressivo che di certo non mancherà di riconfermarne la grande energia dal vivo.

Una costante tensione strumentale che si allinea fedelmente al formicolio epidermico della materia testuale, facendo leva su un wall of sound pregno di chitarre distorte, ritmiche ferrose, riff granitici al quarzo e vocalizzi dissonanti, passando per cadenze panzer, giri di basso enormi (Incudine) e l’impeto heavy blues-bulldozer a marchio Motörhead (Il Male Minore), nonostante qualche fraseggio assecondi quel power-rock radiofonico tricolore ascrivibile ai Ministri.

Insomma, chi più chi meno, ognuno di noi ha avuto modo di logorarsi il fegato al cospetto delle ingiustizie, di qualsiasi natura. L’ardua sfida morale è saperle riconoscere, sia sotto l’aspetto individuale che della comunità in cui siamo inseriti, e imparare a trasformarle in opportunità di crescita (magari in un’ispirazione cantautorale anche un po’ più audace, perché no), evitando che diventino invece nuove ossessioni. Come cantava Ligabue in una delle sue canzoni meno popolari: “Alla fine di questo dolore, potremo sempre e comunque contare… Su ciò che rimane di noi, cosa rimane di noi”.

facebook/Humus

Membri della band:

Marco Palombi alla voce e chitarra, Lorenzo Faes alla chitarra, Stefano Negri al basso, Federico Lettieri alla batteria

Tracklist:

1. Offre La Casa

2. Se Ne Riparla Domenica

3. Disastro

4. Qui Si Decide

5. Incudine

6. Parlami

7. Il Male Minore

8. Cambia Voce

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