King Krule: la recensione di Man Alive!

King Krule

Man Alive!

True Panther Sounds

21 febbraio 2020

genere: jazz, trip hop, progressive rock, musica sperimentale

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Recensione a cura di Alberto Maccagno

Man Alive!, il nuovo disco di King Krule, è un capolavoro, uno degli album più belli degli ultimi dieci anni.

L’ascolto di un album come questo consiste, prima di tutto, in una vera e propria esperienza sensoriale, un “qualcosa” che cerca di spezzare gli equilibri interiori e far emergere le parti più intime del subconscio.

Dal punto di vista musicale, l’album è caratterizzato da un filo rosso che lega le canzoni tra di loro, ossia la psichedelia.
E’ difficile definire il concetto di “psichedelico”, di solito la si risolve dicendo che è il contrario del raziocinio e della realtà.

Il primo strumento che balza all’orecchio è il basso, fin da subito molto presente e potente, che accompagnerà tutto il disco conferendogli una sonorità particolare e profonda. Questa si fa ancora più interessante ascoltando le linee di sax e i riff di chitarra che vanno a creare
l’armonia dell’opera. Notiamo come, però, la ciliegina sulla torta di questo incredibile progetto non sia rappresentata da uno strumento in particolare, dalla composizione del disco e nemmeno dal concept, quanto più
dalla produzione e dall’atmosfera in cui l’artista “nuota” nell’interpretazione delle canzoni.

I suoni di tastiera, a tratti disarmonici mentre a volte molto precisi, con riferimenti piuttosto chiari a generi come jazz, trip hop , progressive rock e musica sperimentale, vanno a spezzare la continuità del progetto, diventando protagoniste silenziose della musica di King Krule .

Molto importanti sono anche le varie voci, campionate e non, i parlati e i sussurri che legano una canzone all’altra, rendendo il tutto molto cinematografico. Diciamo che dentro in Man Alive! si trovano influenze musicali molto complesse e diverse fra loro: notiamo un’inflessione vocale che ricorda molto i dischi dei Pink Floyd, soprattutto le opere cantate da Roger Waters, delle musicalità che ricordano il mondo alternative di Trent Reznor e dei Nine Inch Nails ed alcune scelte stilistiche che riportano alla mente le opere del geniale rapper americano A$AP Rocky.

Per quanto riguarda l’aspetto vocale, invece, abbiamo approcci diversi a seconda della canzone che stiamo ascoltando, a tratti più intensi, melodici e jazz mentre alle volte sono dei veri e propri monologhi, sussurrati, parlati o anche gridati (seppur quest’urlo sembri morire in gola). Nella sua interezza, quindi, ci troviamo di fronte a un disco molto visivo e fatto di immagini,
musicali e non, che gli conferiscono un perfetto taglio da colonna sonora.

Dal punto di vista lirico, Man Alive! tratta diverse tematiche, ad esempio la perdita dei legami e dei contatti con le persone amate nella nostra società e il lavaggio del cervello mediatico a cui le
persone vengono quotidianamente sottoposte da televisioni e mezzi di comunicazione in generale. King Krule racconta un uso di droghe leggere per noia, descrivendolo come una perdita di tempo, un loop di eventi che si ripetono in continuazione rendendo difficile la distinzione del reale e scrive di sogni assurdi e senso di prigionia.

Vengono toccati anche temi come l’amore, la difficoltà di aprirsi sentimentalmente verso il prossimo nei tempi moderni e l’emozione di diventare padre, fatto realmente accaduto recentemente nella vita del cantante britannico.

Insomma, quello di King Krule è un disco fuori dagli schemi dell’industria ma perfettamente calato dentro quelli dell’arte, un disco che evoca e che crea, permettendo all’ascoltatore di entrare
figurativamente all’interno dell’opera.
Un lavoro da dieci.

Alberto Maccagno

Tracklist:

1. Cellular

2. Supermarché

3. Stoned Again

4. Comet Face

5. The Dream

6. Perfecto Miserable

7. Alone, Omen 3

8. Slinky

9. Airport Antenatal Airplane

10. (Don’t Let The Dragon) Draag On

11. Theme For The Cross

12. Underclass

13. Energy Fleets

14. Please Complete Thee

Formazione:

King Krule – voce, tastiere, chitarre

Ignacio Salvadores – cori (tracce 1, 3, 11, 13), sassofono (tracce 1, 3, 4, 8, 11–13)

George Bass – batteria (tracce 6, 8), percussioni (13)

James Wilson – basso (tracce 6, 7, 13)

Yassin – cori (traccia 7)

Jack Towell – vocoder (traccia 13)

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