Le Mondane: recensione di Taddeo

Le Mondane

Taddeo

Alka Record Label

24 settembre 2021

genere: folk acustico, jazz, cantautorato italiano, alternative folk rock, western, folk latinoamericano

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Anticipato dal singolo omonimo e a distanza di tre anni dal precedente I Giorni Della Marmotta, è uscito Taddeo, il nuovo album della band folk-jazz-rock novarese Le Mondane, edito anche stavolta per l’etichetta ferrarese Alka Record Label.

Registrato durante le fasi di lockdown e con il chiaro intento di rintracciare le orme calligrafiche di certi nomi tutelari del manufatto cantautorale nazionalpopolare (vedi, ad esempio, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Giorgio Gaber e Sergio Caputo), il collettivo piemontese Le Mondane, forte di una viscerale e malinconica leggerezza di fondo e con una formazione allargata (con l’aggiunta di Manuel Mormina alla batteria), torna a ridare linfa al proprio serbatoio creativo, ricamando un raffinato mosaico sonoro dal carattere più versatile, generoso e itinerante sotto l’aspetto delle contaminazioni territoriali.

Le dieci tracce della release (tra cui la cover di Nuvolari di Lucio Dalla), oltre a mostrare quel caratteristico manierismo folk dall’ampio respiro conviviale, danno vita a una scrittura emotivamente corposa, passionale, vissuta, amara e tagliente, rievocando atmosfere e luci degli antichi borghi medievali per mezzo di una disillusa e ironica espressività testuale.

Sotto la magica lente d’ingrandimento di Taddeo, i Le Mondane esplorano sonorità western e country, suggestioni latinoamericane, profumi d’Oriente e melodie di derivazione balcanica, mescolando amabilmente contagiose schitarrate acustiche (talvolta sbilenche e funkeggianti) a certe riverberazioni dell’alternative rock, fondendo e orchestrando il tutto in chiave jazz e in armonia con la freschezza eccentrica, scintillante, giocosa e bucolica delle ritmiche folk rock, finendo per sfociare nelle vivaci e frenetiche danze popolari della tradizione meridionale.

Rimanendo, pertanto, in equilibrio tra la cifra stilistica cantautorale del passato e quella più contemporanea, il terzetto folk capitanato da Luca Borin interagisce con l’attualità in modo meno introspettivo rispetto alle recenti uscite, e lo fa attraverso tematiche di denuncia sociale, di critica nei confronti della deriva morale e culturale del nostro presente, ponendo l’accento su tutti quei rapporti interpersonali ormai avvelenati da ipocrisie, fallacie cognitive, individualismi, false ideologie e da “questa moda di essere stronzi”.

Membri della band:

Luca Borin: chitarra e voce

Daniele Radaelli: chitarra, cajon, ukulele, mandolino, cori

Manuel Mormina: batteria e percussioni

Featuring:

Massimo Erbetta: basso

Andrea Lentullo: tastiere

Tracklist:

1. Tremo

2. Ciaomiaobao

3. Un Regno

4. Taddeo

5. Come Volevi Tu

6. Quello Sguardo

7. Nuvolari

8. Per Deridere l’Aurora

9. Il Villaggio del Fanciullo

10. Questa Moda di Essere Stronzi

Credits:

Registrato tra “Accedemia del suono” a Milano, “One up studio” a Borgomanero, e “The house of groove” di Oscar Mapelli a Cavaglio D’Agogna.
Prodotto da Oscar Mapelli e Le Mondane.
Mastering: Diego Cattaneo
Management e distribuzione: Alka Record Label

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