Led Zeppelin: recensione di Led Zeppelin II

Led Zeppelin

Led Zeppelin II

Atlantic

22 ottobre 1969

genere: hard rock, blues

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Recensione a cura di Chiara Profili

22 ottobre del 1969.
Nello stesso anno in cui l’uomo sbarca sulla luna, i Led Zeppelin pubblicavano, a pochi mesi di distanza dal debut album, il loro secondo disco, Led Zeppelin II.

Siamo a fine anni ’60, il decennio caratterizzato dal trionfo del rock della libertà, dalla creatività, dalla sperimentazione, dalla psichedelia, dalla cultura hippie e segnato dalle manifestazioni popolari contro la guerra nel Vietnam.

Un decennio segnato dall’egemonia del rock britannico grazie all’innovazione ed all’influenza di artisti come David Bowie e di band come Beatles, Cream, Pink Floyd, Yardbirds, Rolling Stones, Byrds, T-Rex, Fleetwood Mac e Led Zeppelin.

A differenza del rock degli anni ’80, il quale uniformò la sua filosofia alla strategia del capitalismo, il rock degli anni ’60 fu invece espressione di ribellione verso il sistema, come forma d’arte creativa che ha origine proprio dal contrasto con la realtà.

Nel 1969 i Led Zeppelin erano ancora in tour, dopo aver pubblicato l’album d’esordio, ma la casa discografica fece pressione affinché realizzassero un altro album nell’immediato. A causa di questa pressione, i Led Zeppelin riscoprirono e rielaborarono alcuni pezzi di grandi artisti blues, tra cui Howlin Wolf e Willie Dixon, ma questo portò, successivamente, accuse di plagio ed un feedback negativo da parte della critica.

Nonostante queste difficoltà, Led Zeppelin II riscosse un successo mondiale a livello di vendite, spodestando, negli Stati Uniti prima e l’anno successivo in patria, la capolista Abbey Road dei Beatles.

Whole Lotta Love è la canzone d’apertura; brano con diverse allusioni sessuali, ad un certo punto Robert Plant canta fingendo un orgasmo, e con il riff semplice e geniale di Page, tanto da essere considerato, ancora oggi, uno dei più importanti ed influenti della storia del rock.

Robert Plant è il prototipo della rockstar, irriverente e sensuale, mentre i virtuosismi proto glam di Jimmy Page segneranno la strada per lo sviluppo e la consacrazione del genere hard rock nel decennio successivo e negli anni ’80.

I riff hard rock di Heartbreaker e Moby Dick continuano a dare potenza e durezza all’album, assieme al blueseggiante cock-rock di Lemon Song, canzone in cui Plant, nel testo, allude chiaramente al suo membro e si rivolge a questa “baby”, la quale avrebbe spremuto il suo limone facendone colare il succo giù sulla sua gamba, fino a farlo cadere dal letto.

La sezione ritmica Jones-Bonham è una macchina da guerra senza eguali. Ad impreziosire questo disco ci sono anche la ballad Thank You e la blueseggiante Bring It On Home, e lo strepitoso assolo di batteria del compianto Bonham in Moby Dick.

Secondo una assurda leggenda, tre dei quattro componenti degli Zeppelin fecero un patto col diavolo in cambio della notorietà. John Paul Jones pare sia stato l’unico a non accettare il patto e di conseguenza l’unico a non essere mai stato vittima del potere di Satana. Gli altri tre, invece, furono tutti colpiti da tragedie; John Bonham morì soffocato dal vomito, Robert Plant perse tragicamente il figlio e Jimmy Page finì per collaborare con David Coverdale.

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