Ohio, 5 gennaio 1969.
Nasce Brian Warner, meglio conosciuto come Marilyn Manson, uno dei provocatori più spregiudicati del panorama rock moderno.
L’album che lo ha portato al successo è Antichrist Superstar, il secondo disco della band eponima, ed il primo ad ottenere il disco di platino.
L’occultismo e il demonio hanno avuto sempre una parte importante nella musica rock e metal, al pari del sesso e delle droghe messi assieme. Tutte le dinamiche legate al satanismo non erano altro che mosse mediatiche delle case discografiche che, insieme ai musicisti stessi, cavalcavano le paure dell’essere umano, l’adorazione del diavolo, sia come accezione esoterica, che come rappresentazione metaforica del bene e del male.
Poi arrivarono gli anni ’90, e con essi il declino della spiritualità ed il sopravvento della cultura agnostica, per quanto si tendeva, nella maggior parte dei casi, in maniera ipocrita, a dichiararsi cristiani ad ogni costo.
Ma la società stava cambiando, e negli anni ’90 le persone iniziarono a temere le droghe più del diavolo. Basti pensare alla fine che hanno fatto i massimi esponenti dell’era grunge. E fu così, come accade ciclicamente, musicisti e case discografiche sfruttarono questo nuovo scenario a loro favore, trasformandolo in business: la depressione e le droghe divennero la reincarnazione postmoderna del diavolo, Lucifero, oppure chiamatelo come volete.
E chi meglio di Marilyn Manson riuscì a perfezionare questa nuova strategia di marketing? Nessuno meglio di lui, è la risposta pleonastica.
Manson, al secolo Brian Warner, proviene dalla realtà post-industriale dell’Ohio, epicentro della scena post-punk statunitense che vide la nascita di band seminali come Devo e Pere Ubu.
Marilyn Manson, dunque, rispolverò la figura della rockstar anni ’80: del resto, lui era cresciuto con la musica metal e giocava ad essere un metallaro, ma non era propriamente un metallaro, ma più una versione glam e hard rock dei Depeche Mode e dei Nine Inch Nails del suo mentore Trent Reznor.
L’intelligenza, la furbizia e l’opportunismo di Manson gli hanno fatto capire in quale direzione stessero andando le paure della società contemporanea. Ad esempio, il tour di Antichrist Superstar si basava tutto sul satanismo, poi la sua trasformazione, quando pubblicò l’album Mechanical Animals nel 1998, in cui Manson si ispirò al David Bowie dell’era glam e la canzone migliore del disco si intitolava proprio I Don’t Like the Drugs (But the Drugs Like Me). Quindi, nel ventunesimo secolo, per Manson, il Diavolo poteva essere fumato, sniffato e sparato in vena.
Tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90, la pratica del trucco cadaverico si diffuse a macchia d’olio, fino all’estremizzazione dei contenuti in ambito black metal, diventando un segno distintivo di quel genere musicale. Per fortuna arrivò Marilyn Manson ad edulcorare la scena rock: Marilyn Manson indossava un trucco macabro, ma allo stesso tempo colorato e sempre pronto ad adeguarsi alle necessità dello show business televisivo.
Atteggiamenti da rockstar e qualche provocazione studiata a tavolino hanno permesso a Marilyn Manson di affermarsi come il personaggio teatrale e horror più influente di fine millennio. Sebbene, proprio a causa dei suddetti atteggiamenti, verrà, in parte, criticato in maniera negativa.
Se un giorno dovesse smettere con la carriera musicale e con le sessioni di make up, potrà comunque rimanere nel mondo dello spettacolo, in qualità di controfigura ufficiale di Nicolas Cage.
© 2020, Fotografie ROCK. All rights reserved.