Matteo Prencipe: recensione di Bianco

Matteo Prencipe

Bianco

Alka Record Label

5 maggio 2023

genere: alternative rock, piano ballad, cantautorato italiano, soul

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Il colore bianco è una dimensione così pura e inafferrabile che quasi non ne avvertiamo il suono. Come fosse silenzio in musica, anch’esso un tempo musicale. Come un nulla che brilla di tutti i colori e al tempo stesso di nessun colore, in cui predomina quella sensazione di inquietudine che anticipa l’origine di qualcosa.

Così, accarezzando il simbolismo di un concept acromatico e con l’anticipazione del singolo Consumato, il cantautore torinese Matteo Prencipe manda alle stampe il suo album d’esordio solista intitolato Bianco, edito per l’etichetta ferrarese Alka Record Label.

Prodotto in studio con il compositore Alex Catania (pianista di Eugenio Finardi), Bianco è il racconto musicale che Matteo Prencipe ha voluto intraprendere attraverso le dieci canzoni di questa release: immaginare la vita come un foglio bianco su cui lasciare tracce e segni del proprio passaggio, una pagina su cui scrivere un futuro che probabilmente è già scritto. La parte difficile è trovare un modo per riempire quel foglio bianco con quelle che consideriamo le parole giuste, con quell’amore che serve a non dimenticare. Un modo che forse già esiste, e che sta a ognuno di noi decifrare.

Ci sono momenti dell’esistenza in cui si possono perdere le coordinate, quelle della cosiddetta retta via, soprattutto quando ideali effimeri ed imprevisti causano deviazioni inaspettate al percorso che avevamo immaginato e pianificato. Una di queste casualità, negli ultimi anni, è stata la pandemia, che ha fatto emergere ed ha amplificato fragilità e frustrazioni, nostre e di chi avevamo intorno a noi, costringendoci a vedere le cose da una prospettiva differente. Assecondare un diverso punto di vista significa abbracciare e perseguire nuove potenzialità, nuovi obiettivi, e con esso nuove corrispondenze e discordanze.

Pertanto, da questo rigenerato desiderio di ricerca personale – leggasi anche urgenza – prende forma l’immaginario narrativo di Matteo Prencipe, in grado di combinare tradizione cantautorale italiana a sonorità energiche di matrice alt-rock statunitense (Consumato, Leggero), quando inabissandosi nel timbro malinconico, evocativo, leggero e catartico di piano ballad acustiche alla Andrea Scaglia (20 Anni Per Sempre, Bianco), quando riemergendo in superficie sull’onda radiofonica di quel vigoroso alt-rock made in Italy degli anni 90 e primi Duemila (La Parte Migliore), con rimandi a Negrita, Timoria, Negramaro (Sfera di Cristallo) e al Manuel Agnelli solista (Qualche Traccia di Te), a cui si aggiunge un accattivante e insospettabile spoken word abrasivo che ricorda un Pierpaolo Capovilla senza la erre moscia (Scelgo).

Bianco è un lavoro autobiografico e introspettivo, e per questo, in qualche circostanza, molto doloroso: dieci episodi che ripercorrono una itinerario sotterraneo di storie ed esperienze personali, ma al contempo universali. Aprendosi sul proprio mondo e su altri mondi possibili, Matteo Prencipe si focalizza sul contrasto connettivo che c’è tra interno ed esterno, con l’intenzione di voler ricominciare a brillare, pretendendo di tornare a respirare l’aria delle nuove opportunità, per ridare valore a ciò che è essenziale e scommettere nuovamente su se stessi, rinunciando al freno inibitorio della paura e al non volersi ritrovare nello sconforto di contare i rimpianti come fossero sigarette consumate.

Già qualche anno fa Cesare Cremonini, ad esempio, affrontava il tema dell’avere vent’anni per sempre (“non andare nel panico, non puoi avere vent’anni per sempre, e se gli altri cambiano, il trucco è non cambiare niente“), attraverso una visione critica nei confronti del passato, a ciò che eravamo, alle illusioni che appartengono a quell’età, a quel periodo legato a una sensazione di spensieratezza che crescendo si esaurisce, diventando un ricordo sfocato sotto l’egida del tempo, il quale, nel suo moto perpetuo e infinito, come un dio dai disegni imperscrutabili, tutto dà e tutto toglie.

facebook/matteo prencipe

Tracklist:

1. 00.56 2. Consumato 3. Sfera di Cristallo 4. Amore Infinito 5. Scelgo 6. 20 Anni Per Sempre 7. Leggero 8. Qualche Traccia di Te 9. La Parte Migliore 10. Bianco

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