Anna Ox: recensione di Lana

Anna Ox

Lana

To Lose La Track

14 aprile 2023

genere: elettronica clubbing, post-rock, dream pop, chill out, space ambient, giappo-wave, sonorizzazioni cinematiche, exotica

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

A distanza di quattro anni dall’esordio con Back Air Falcon Dive, la band lombarda Anna Ox manda alle stampe il suo sophomore album intitolato Lana, edito per To Lose La Track e anticipato dall’uscita del singolo Brughiera.

Con questo nuovo step discografico, e avvalendosi dell’artwork grafico realizzato dall’illustratore Alessandro Baronciani (artista non nuovo a progetti che uniscono musica e fumetto), il quartetto di Vigevano – composto da Guido Ghilardi al basso, Alessandro Carnevale e Giovanni Graziano alle chitarre, Andrea Ganimede alla batteria e pad elettronico – sembra aver finalmente raggiunto un’identità scritturale ben definita, districandosi all’interno di una matassa sonora esclusivamente strumentale che ha come suo bandolo essenziale il connubio ormai consolidato tra musica elettronica e rock, in tutte le loro reciproche esigenze di connessione.

Le sette tracce di Lana racchiudono un ampio ventaglio di soluzioni dinamiche che profumano di fragranze tropicali, dove sfumature e contaminazioni eterogenee si addensano in un “latte cosmico” che attecchisce nella vegetazione brulla di brughiera ed evapora verso una sfera onirica dai riflessi bucolici, conferendo all’intera release la malinconica freschezza di una tiepida brezza di fine estate.

Si va dalle effervescenti e balsamiche cadenze di elettronica disco-clubbing a tinte mediterranee alle luccicanze diamantate e inquiete del post-rock, passando per espansioni space-ambient di rimando teutonico, sonorizzazioni cinematiche ed effusioni esotiche giappo-wave oriented, quasi a voler trovare un punto di raccordo tra Kraftwerk, Tangerine Dream, Maserati, Giardini di Mirò e Metronomy, ma evitando eccessi di revivalismo e senza dover indugiare troppo sulle prolisse traiettorie del post-rock.

Con la necessità di raccontare la vita e i suoi cambiamenti, pur rinunciando alla componente testuale, gli Anna Ox ci introducono all’interno di un concept multisensoriale dal crescente impatto acustico ed emozionale, affidandosi a melodie ossigenanti e a un susseguirsi di panoramiche atmosferiche con il chiaro intento di rievocare e riconsiderare l’importanza delle proprie radici. Una sorta di viaggio ulissiano a ritroso nei domicili della memoria, nella nostalgia dei ricordi che assumono altri significati se osservati a distanza, cercando conforto nel valore prezioso dei rapporti interpersonali e facendo la tara tra vicinanze e assenze.

Così, in mezzo ai suggestivi paesaggi della Lomellina (zona della Lombardia tra il Pavese e l’Oltrepò Pavese), caratterizzati da risaie, campi coltivati, vecchi casolari, strade sterrate e verde della natura, gli Anna Ox, a bordo della loro Panda volante (come si vede nel videoclip di Brughiera), assecondano e ripercorrono quella formula retrofuturista e un po’ glamour-dandy ascrivibile a certa disco anni 80 e 90, (tra cui il campionamento della sigla di Supercar nell’intro della open track Brughiera), come occasione per sottrarsi, foss’anche solo parzialmente, ai ritmi frenetici di una realtà sempre più distratta, polarizzante e sempre meno a misura d’uomo.

Da questa visione disillusa del presente affiora, dunque, tutto l’intimismo degli Anna Ox, attraverso uno sguardo al passato propedeutico a mitigare le nuove sfide del tempo e a riscoprire la qualità esistenziale delle cose semplici, tornando sulla via di quei luoghi che appartengono a un vissuto ambientale dai segni profondi e indelebili, come attori che recitano all’interno dei pezzi.

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