Nairobi
Nairobi
Wallace Records/Brigadisco Rec.
30 gennaio 2020
genere: psych rock, post-rock strumentale, industrial
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Recensione a cura di Andrea Musumeci
Esce il 30 gennaio il debut album omonimo dei Nairobi, trio veneto entrato a far parte del roster dell’etichetta laziale Brigadisco Rec. e della label brianzola Wallace Records del produttore Mirko Spino: quest’ultima ha festeggiato il suo ventennale proprio lo scorso anno.
I tre musicisti (Andrea Siddu, Leonardo Gatto e Giorgio Scarano), pur con provenienze diverse, Sardegna e Venezia, riescono a confluire le loro influenze musicali in un’opera intricata composta da 8 tracce interamente strumentali che profumano di Africa.
Una grandine di suoni math rock, dove groove psichedelici, densi e dissonanti si alternano ad atmosfere dilatate ed intrecci prog oscuri; un’architettura eterogenea che, solo a tratti, potrebbe ricordare quella dei fiorentini Eileen Sol e degli americani Don Caballero.
L’esordio discografico dei Nairobi parte con l’impetuoso riff-intro al kerosene di Winding Tapes, in mezzo a melodie tribali e strutture pachidermiche che infuocano le lamiere degli slum kenioti.
Le ambientazioni sonore di Two-Bad e The Worm and the Sprinkler, serrate ed inquiete, cavalcano il sound poliziesco dei Calibro 35, mentre le sonorità si fanno orientaleggianti nel brano Escape From the Planet of Robot Monsters, nel quale prende forma una frenetica danza del ventre.
Nairobi si ferma a contemplare la bellezza del suo territorio, in una visione notturna ad infrarossi, soltanto per pochi attimi nella breve Turbo Pascal. Si tira il fiato prima della battaglia finale contro la furia del Drago Celeste in Megalopolis, penultima traccia, distopica, lunare e dal sound sinistro.
L’ultimo episodio di questo lavoro discografico è Oh, Guns Guns Guns, la painkiller del trio veneto: immaginate per un momento le urla di Robert Halford che accompagnano le armonie angolari di questo capitolo finale, nel quale stringhe e rullanti prendono fuoco con una potenza nevrotica e dinamitarda, come in un duello all’ultimo sangue dove basso e chitarra si rincorrono con lame affilate e roventi.
Quello di Nairobi è un’esperienza mistica, intensa, alienante, fluttuante ed ipnotica, senza confini spazio-temporali: un atto di coraggio che rifiuta le mode e le logiche di mercato: c’è il fermento degli anni ’90 e la consapevolezza del tempo che stiamo vivendo.
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Membri della band:
Andrea Siddu: batteria
Leonardo Gatto: basso
Giorgio Scarano: chitarra
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Tracklist:
1. Winding Tapes
2. The Worm and the Sprinkler
3. Two-Bad
4. Tricky Traps
5. Escape From the Planet of the Robot Monsters
6. Turbo Pascal
7. Megalopolis
8. Oh, Guns Guns Guns!
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