Negrita
Canzoni Per Anni Spietati
28 marzo 2025
Universal Music Italia
genere: cantautorato rock italiano, blues rock, folk country
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Recensione a cura di Stefania Milani
Se oltremanica l’industria musicale presenta qualche problema di identità tra anima e coerenza, il conforto arriva questa volta dall’Italia, con l’atteso ritorno discografico dei Negrita.
Dopo sette anni di silenzio, la band aretina, capitanata dallo storico frontman Pau, torna in scena con il nuovo lavoro intitolato Canzoni per Anni Spietati, un concept album di nove brani edito per Universal Music Italia.
Dei Negrita ho sempre apprezzato la capacità di unire al rock più autentico un’anima mediterranea, con quei ritmi che rallentano quando il sole cade a picco sul meriggiare pallido e assorto. Una connessione che tende a rappresentare la vita lenta e saggia di chi osserva lo scorrere delle cose da sotto un cappello di paglia, con una birretta fresca in mano nella paziente attesa di un alito di vento.
Canzoni per Anni Spietati arriva dopo un lungo periodo di gestazione, attraverso una lenta lievitazione in grado di sintetizzare gli accadimenti di quest’ultimo decennio. Un insieme di profondità, maturità e delicatezza che ha consentito ai Negrita di non chiudersi nel pessimismo e di continuare a perseguire il loro percorso di ricerca nei confronti di un pensiero che sia il più possibile critico e originale, affrancandosi dall’ipocrisia narrativa imposta da tutto ciò che è mainstream.
Così, all’interno di queste nuove canzoni, affiora l’attitudine a chiamare le cose con il loro nome, a puntare il dito contro gli evidenti limiti manifestati dalle attuali figure attuali politiche. Nel Blu apre la tracklist con quello che molti di noi si aspettano da una rock band: in un periodo in cui tanti, troppi esitano a staccarsi dal mono-pensiero, i Negrita esprimono con decisione una posizione critica sugli attuali vènti di guerra che minacciano escalation, ma che per ora restano prove muscolari di prevaricazioni reciproche.
Non è un caso che il filo continui con Song to Dylan: non avrebbero potuto trovare riferimento migliore di Bob Dylan, per il suo impegno sociale e le sue esplicite canzoni di protesta contro ogni forma di guerra. È per queste caratteristiche che si distingue Canzoni per Anni Spietati: non ragioniamo più per contenitori e ribellioni come a vent’anni, ma accettiamo di incontrarci a metà strada in sintesi di pensieri e punti di vista differenti, dove il dialogo trova terreno fertile per svilupparsi. Non Esistono Innocenti procede sulla stessa direzione realista, come spaccato di una società spezzata dai propri limiti e rassegnata all’errore come parte dell’esistenza.
Dov’è Che Abbiamo Sbagliato contiene invece la ricetta più semplice per la buona musica, sottolineando la superficialità di questi ultimi anni fra aperitivi e conformismo (“tra mille aperitivi e l’autodistruzione e poi quanta ipocrisia”). Una sensazione di disillusione che però si interrompe in Viva l’Italia, intelligentissima cover del brano di De Gregori, con l’aggiunta di quell’armonica che rimanda nuovamente a Bob Dylan: perfetta sintesi dello stile dei Negrita, dove la visione creativa di uno dei migliori cantautori della musica italiana incontra la storia del rock americano. Il filo conduttore non si interrompe, anzi, raggiunge proprio in questo episodio il suo punto più alto.
Canzoni Per Anni Spietati è un album in cui le canzoni che si susseguono come capitoli, dando l’impressione di leggere un libro di Hemingway. C’è spazio anche per ballate più lente come Buona Fortuna e Non Si Può Fermare, ideali per accompagnare le nostre estati e riempire le lunghe in attese in superstrada per il mare, di qualsiasi regione esso sia.
Immagini di quotidianità vengono dipinte qua e là in ogni traccia di Canzoni Per Anni Spietati, andando ad aggiungere grande autenticità e un tocco di malinconia a questo lavoro artistico. Musicalmente parlando, la qualità rimane ottima, con assoli ben dosati (da segnalare quello di Noi Siamo Gli Altri) e sezioni acustiche limate e lavorate con minuzia.
Non c’è che dire, sono stati bravi i Negrita a prendersi il tempo necessario per uscire con un prodotto che rispetta la loro credibilità, affermando la maturità autorale di chi non cerca conferme nel pubblico ma si esprime perché ha qualcosa da dire e trasmettere.
Il relativo successo o meno, poi, non dipenderà da algoritmi o parole di tendenza, ma verrà da sé (come già comprovato dalle classifiche), quale riflesso e risposta a quel che hanno da offrire. Nonostante viviamo in tempi di intelligenza artificiale, i Negrita sono ancora la prova tangibile di ciò che rappresenta un insegnamento genuino, tanto per le nuove generazioni quanto per il mondo degli adulti, ma soprattutto per tutti quelli che si chiedono: dov’è che abbiamo sbagliato?
Tracklist:
1. Nel blu (Lettera ai padroni della Terra) 2. Noi siamo gli altri 3. Ama o lascia stare 4. Song to Dylan 5. Non esistono innocenti amico mio 6. Buona fortuna 7. Dov’è che abbiamo sbagliato 8. Viva l’Italia 9. (Francesco De Gregori)
Non si può fermare
Membri della band:
Paolo “Pau” Bruni – voce, chitarra
Enrico “Drigo” Salvi – chitarra, cori
Cesare “Mac” Petricich – chitarra
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