Oga Magoga: recensione di Shåmbala

Oga Magoga

Shàmbala

2017

genere: rock progressive, musica sperimentale, beatpastiche

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Oggi dobbiamo fare un doppio tuffo nel passato: prima nel 2017, anno di pubblicazione di questo album e, in seguito, negli anni ’60.

Shåmbala è un album di genere beat, o meglio BEATpastiche, degli Oga Magoga, band toscana e, per l’esattezza, di Siena. Il nome della band ha diversi significati, tra cui “mondo del sogno” e “mondi sconosciuti oltre le montagne” (per la cultura ebraica).

La stessa cosa vale per il titolo del disco: Shåmbala significa “luogo di pace” o “luogo del silenzio”, ossia un posto immaginario, di valenza spirituale, presente nelle antiche scritture della cultura Zhang Zhung, da considerarsi come predecessora del Buddhismo nel Tibet occidentale. Questa premessa alla Alberto Angela, con cui condivido (purtroppo) solo il nome, è importante per farci entrare nell’ottica e nella visione artistica degli Oga Magoga.

Ma cosa significa BEATpastiche? Si tratta di un termine coniato dalla stessa band per identificare il proprio stile, ossia un genere musicale che affonda le proprie radici nella musica beat degli anni ’60 ma arricchendola con componenti di altri generi come il rock and roll , il rock progressivo e la musica sperimentale .

D’altronde, nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma e, così, anche generi apparentemente legati e relegati nel passato tornano a farsi sentire in produzioni moderne.

La struttura dell’album è particolare: si apre con un’introduzione, intitolata proprio Intro, della durata di neanche un minuto, che ci dà subito l’impressione di stare ascoltando un album piuttosto
sperimentale. Questa sensazione viene però “annullata” già dalla seconda canzone, facendoci entrare nella bolla
beat che distingue gli Oga Magoga da molti altri gruppi moderni.

Il disco rimane su queste sonorità, che un po’ ci ricordano anche i Rokes di Shel Shapiro o i New Dada del grande Maurizio Arcieri , fino alle ultime due canzoni dell’album. Infatti, nel brano Shambala Theme/Panico e nella traccia conclusiva del lavoro, il gruppo torna a
gamba tesa sulla musica progressive e sperimentale , che per certi versi riporta alla mente quella di band come gli Area o Le Orme.

Naturalmente, si tratta di composizioni che trovano le proprie radici nelle pubblicazioni inglesi e americane degli anni ‘60 ma che, per scelta, ho voluto ricollegare a quelle della storia musicale
Italiana. L’impressione finale è così quella di aver ascoltato un progetto che ci disorienta piacevolmente, mettendo in mostra diverse anime artistiche degli stessi artisti. I testi dell’album si muovono tutti su un’onda molto romantica e poetica, accompagnata dal suono del mare tra una canzone e l’altra, che ci rimanda al passato della musica d’autore nostrana.

L’amore è, infatti, il tema principale di questo lavoro, esposto nella sua semplicità più cristallina, tra
metafore e poesia. Se dovessi trovare un punto debole in questo lavoro, forse lo troverei nelle linee vocali, non tanto
per la stesura di queste, coerente col resto della composizione e piacevole, ma per l’esecuzione non esattamente impeccabile.

In ogni caso, Shåmbala si rivela un’interessante incontro tra mondi apparentemente opposti, dandoci, così, l’ennesima conferma della mancanza di confini della musica.

Alberto Maccagno

Membri della band:

Simone Angeli: chitarra, voce

Anton Sconosciuto: batteria, percussioni, cori

Valerio Neri: basso, cori

Duccio Nencioni: chitarra, cori

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