Sandflower: recensione di Greve

Sandflower

Greve

SBAM Records

20 Marzo 2020

genere: post rock, psichedelia, alternative metal, prog

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Recensione a cura di Andrea Macao

Una mistura di metal, prog, psichedelia, post rock e alternative: ecco cosa hanno preparato i nostrani Sandflower con il loro secondo lavoro in studio intitolato Greve, edito il 20 marzo 2020 per SBAM Records.

L’opera si presenta come massiccia e compatta, il sound solido e ben curato e la produzione si dimostra sicuramente all’altezza di questa band ambiziosa. Il disco si apre con due mid tempo di notevole impatto, tra i quali spicca La Scure, brano scelto dalla band come primo singolo estratto dal disco e di cui è disponibile anche il music video.

Per la terza traccia Connetti/Consuma, i nostri decidono di lasciare maggior spazio ad un approccio decisamente prog: il brano si presenta variegato e ricco di spunti, un pieno centro messo a segno dai Sandflower, che mostrano
piena padronanza di tecnica e gusto, senza sfociare nell’esercizio di stile.

A questo punto, l’aria diviene
greve, come testimonia l’omonima traccia, dove si alternano sfumature djent alle citate influenze post rock,
dando vita ad godibile contrasto sonoro, arricchito dalle sempre riflessive e stilisticamente impegnate lyrics.

A passare il testimone troviamo la terzinata e blueseggiante Un Anno Fa, sempre con le chitarre a garantire
una presenza sonora massiccia. Sulla seguente Scegliersi La Fine, ritroviamo le influenze post rock, che qui invece vanno ad abbracciare un approccio più prog, risultando matrice di un brano introspettivo e al tempo stesso ricco di tecnica.

Ma ora basta con i rallentamenti: la band torna a spingere parzialmente l’acceleratore con la granitica Il Buio Della Ragione, i cui innesti tribali e il finale più riflessivo rendono questo pezzo uno dei più riusciti del lavoro.

Con Lotta Di Classe e Il Male Vicino, i Sandflower tornano ad assestarsi su tempi medi; la seconda merita sicuramente qualche punto in più per l’eccellente linea di basso, chiave di volta della traccia, che si contraddistingue per groove e ricercatezza. Il penultimo capitolo è affidato a Porgi Un Sorriso
All’Odio, unica traccia qualificabile come semi ballad, ottimo brano che il gruppo ha scelto per preparare l’ascoltatore al gran finale: Antipatriarcale.

L’epilogo si presenta come monolitico, solenne ma al tempo stesso affilato: emergono tutti i punti di forza dei Sandflower, forse con qualche strizzata d’occhio in più alla vena prog, con i quali la band confeziona una conclusione magistrale di un full lenght che mette in mostra ben pochi punti deboli del gruppo, che decide di calare il sipario lasciando l’ultimo minuto a voce e chitarra acustica un mantra destinato a diventare potenzialmente uno dei brani più coinvolgenti del complesso in sede
live.

I Sandflower hanno, volendo tirare le somme, dato alla luce un lavoro ottimo, con il quale potranno sicuramente trovare il loro meritato spazio all’interno della scena musicale alternativa.

Formazione:

Federico Bonfigliuoli: testi e voce

Enrico Cattaneo: chitarre

Julian Lucchetti: basso

Giuseppe Amato: batteria, percussioni, cori

Tracklist:

1. Disobbediente

2. La Scure

3. Connetti/Consuma

4. E L’Aria Diviene Greve

5. Un Anno Fa

6. Scegliersi La Fine

7. Il Buio Della Ragione

8. Lotta Di Classe

9. Il Male Vicino

10. Porgi Un Sorriso All’Odio

11. Antipatriarcale

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