Yellow Kings: recensione di Songs For The Young

Yellow Kings

Songs for the Young

Autoproduzione

25 Maggio 2020

Genere: post-rock, alternative rock, grunge, doom metal

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Archiviata l’esperienza con i Vanessa Van Basten nel 2015, Morgan Bellini fonda, al tramonto dell’anno successivo, il suo nuovo progetto Yellow Kings che, in seguito all’evoluzione da trio a duo dovuto all’abbandono del batterista Franz Valente, dà alla luce lo scorso 25 maggio il suo primo EP autoprodotto dal titolo Songs For The Young.

Quale sia la gioventù a cui è dedicato questo primo interessante lavoro è l’intricato quesito che lasciamo da risolvere a voi, lettori ed ascoltatori. Da noi potete trarre giusto qualche spunto: che sia un percorso pedagogico e di redenzione rivolto alle generazioni presenti e future? O forse è il tentativo amarcord di rievocare colori e suoni della giovinezza musicale anni ’90 in cui Bellini e Zappeo si sono fatti le ossa? Entrambe le ipotesi ci sembrano più che plausibili e vi spieghiamo perché.

Songs For The Young è di colore grigio, ma non perché si presentì tediosamente piatto e anonimo, altroché; piuttosto è grigio nell’evocare quel sentimento di mal de vivre e di distaccamento sociale provato e manifestato in musica dalla gioventù autodistruttiva della fine del secolo scorso. Il colore stilistico degli Yellow Kings è infatti ottenuto dal torbido melange di vari elementi tratti dalle derivazioni più cupe e accigliate del rock e metal moderno.

Ritroviamo gli archetipi del doom metal, con riff grevi e fangosi, e una batteria che martella come su un’incudine, nella potente e immediata Jugoslavia.

É invece sfaccettata nei rimandi a differenti generi la ottima opener Fucked Up, con il suo lungo e pastoso ponte strumentale (tipico del post-rock) che interseca la sezione centrale del brano prima che questo viri su ambienti prima grunge e poi più alternative metal.

Sugli stessi binari di quest’ultima scorrono anche Junkfuck e Billy Morgan, sicuramente in evidenza rispetto alle altre composizioni del progetto. La prima è un rabbioso sfogo che fa perno su una struttura pieno-vuoto in cui gli strumenti entrano ed escono vicendevolmente creando grande dinamicità. La seconda è invece caoticamente avvolgente con la sua atmosfera angosciante e distorta, che ci restituisce sonorità riverberate e molto lontane, quasi eco di un imperscrutabile e intimo malessere personale.

Chiude l’EP Wrong Side Of The River che, nella sua liberatoria attitudine post-punk, si prende persino il lusso di sconfinare in un intermezzo dalle sonorità sinuosamente elettroniche.

Quest’ultimo appunto ci dà il pretesto per una postilla finale sul topic batteria. Già immaginiamo i “nazisti” della musica pronti a crocifiggere la coppia Bellini e Zappeo per la scelta di non sostituire l’ex batterista con un nuovo membro fatto di carne e di ossa. Tuttavia, ci prendiamo senza paura il rischio di affermare che la scelta del nostro duo è in definitiva assolutamente vincente.

Sebbene rappresenti un corpo innovativo ed estraneo rispetto al genere di riferimento, il suono sintetico e al contempo riverberato della drum machine è qui sia parte integrante che elemento determinate del suono del nuovo progetto musicale. Infatti, da un lato contribuisce ad amplificare quelle atmosfere nebbiose e remote cui si accennava prima, dall’altro rappresenta un elemento innovativo che persegue il senso di contaminazione insito nell’ambiente artistico contemporaneo.

Breve nella forma, Songs For The Young è un lavoro di spessore, esaustivo ma altamente evocativo, che vi farà precipitare in un profondo sogno tenebroso.

Marco Milo

Formazione:

Morgan Bellini: voce, chitarra

Zappeo: basso
Machines: batteria

Fabio Speranza: assolo di chitarra in Junkfuck

Tracklist:

1. Fucked Up

2. Junkfuck

3. Billy Morgan

4. Jugoslavia

5. Wrong Side of the River

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