Chicago, 30 dicembre 1946.
Nasce Patricia Lee Smith, meglio conosciuta come Patti Smith.
Ragazza alta e magra, divenne figura ribelle, rivoluzionaria del rock, poetessa, cantante, pittrice, scrittrice, fotografa. Patti Smith divenne musica e poesia.
Quando a 21 anni decide di raggiungere New York, non ha ancora chiaro cosa diventerà da grande ma sente di avere il seme dell’artista, e quel seme, quella forza che le preme dentro, si alimenterà di amicizie straordinarie: da Andy Warhol a Lou Reed, da Allen Ginsberg a Bob Dylan.
“La vita è un’avventura che noi stessi ci costruiamo con la partecipazione del destino ed una serie di casualità fortunate o sfortunate. Penso che ci siano varie caratteristiche che definiscono un artista: per quanto mi riguarda ho due lati. Uno è quello che predilige la solitudine, quindi si sviluppa nel disegno della poesia o nella fotografia. L’altro è la ricerca della collaborazione con gli altri ed è qui che la comunicazione con le persone è quello che amo di più, fare parte di una rock band, un modo per comunicare e creare energia, stare con la gente. A New York ho dormito nei parchi, nelle strade e nessuno mi ha mai fatto del male: New York è come una grandissima cattedrale ed è l’unico posto che mi ha realmente accettata. Io e New York siamo cresciuti in simbiosi, è la mia casa spirituale dove ho acquistato sicurezza come persona. New York mi ha sedotta, mi ha formata, mi ha deviata, mi ha convertita. New York è ciò che amo”.
Because The Night, scritta da Bruce Springsteen, segna il suo primo successo musicale. Ma è il 1975 l’anno che segna il suo debutto discografico con Horses, una rivelazione sia per la sua voce passionale che per sua la visionaria qualità poetica. Da allora fu definita la “sacerdotessa del rock”.
Con quel disco la Smith guadagnò un’enorme fama nel circuito underground americano, fu il disco che portò nella storia del rock un nuovo linguaggio musicale, una miscela tra recitazione e musica rock, il cui testo diventava il punto di partenza. L’album folgorò, tra i tanti, anche un certo Michael Stipe, futuro leader dei R.E.M.
“Quando dico ‘rock’n’roll’ intendo un’intera comunità che passa per il suono, il ritmo, lo scambio di energia, una sorta di ‘sentire comune’, il senso di essere insieme in qualcosa di unico. Non è una merdata hippie, c’è qualcosa che ci connette in tutti noi. Credo che esista un futuro dove tutti cominceremo a comunicare. Sono entrata nel rock in modo politico e non per fare carriera”.
Voce inconfondibile e rabbiosa, Patti Smith ha incarnato una delle figure femminili più dirompenti della storia del rock, i suoi primi lavori hanno gettato le basi per la nascente new-wave di quel tempo, i favolosi anni ’70 americani.
Fin dai primi anni a New York sapeva esprimere il suo carattere anticonvenzionale, con quella rabbia che nasceva da un sogno di giustizia, dalla necessità di sapere che l’espressività dell’arte fosse libera davvero. E’ sempre riuscita a magnetizzare il pubblico ed è stata capace di generare intensità con il suo pubblico.
“Pur avendo una mente un pò complessa sono molto semplice. Tutti abbiamo degli spazi intimi nella nostra mente dove vogliamo ritirarci ma il mestiere dell’artista è quello di comunicare. Se volessi vivere in totale isolamento avrei fatto la monaca di clausura. Quando voglio solitudine mi chiudo in camera mia. Non sono una rockstar che ha bisogno delle guardie del corpo, non vivo in una bolla e devo dire che la mia vita non è compromessa. Gli estranei ti raccontano tutto della loro vita privata perchè la gente ha bisogno di comunicare, è comunicativa, quindi mi è piaciuto condividere queste parte della mia vita con gli altri”.
“Sono un artista americana e non ho colpe”, aveva cantanto Patti Smith per affermare il suo amore per l’America, anche quando l’America sbagliava.
Ci sono ribelli che indossano giacche di pelle e sputano sulla gente. Noi siamo ribelli differenti”.
Nella visione di Patti Smith l’arte dev’essere uno strumento dirompente, l’arma assoluta per aprirsi un varco. Mettersi in gioco sempre e subito, decidere di rifiutare i clichè, le leggi di mercato, ma anche di prendere posizione, svegliando la gente in piena voce, un’artista nata per non restare a guardare ma per agire. La Sacerdotessa del Rock continua la sua carriera in giro per il mondo anche a 70 anni, dove spesso sceglie di esibirsi a favore di una causa.
“La mia missione è comunicare, svegliare la gente, dare la mia energia ed accogliere la loro. Abbiamo la responsabilità di esercitare una voce e di usarla. Dobbiamo unirci, boicottare i governi, i poteri che attaccano il pianeta, le multinazionali devono capire che sono al nostro servizio. Chi rappresenta la musica oggi sono i giovani artisti sconosciuti che mettono la loro musica in rete. Loro hanno lanciato una sfida interessante alle major discografiche ed è un grande senso di libertà”. (Patti Smith)
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