Extreme a Birmingham: il live report

Articolo a cura di Stefania Milani

Il mio ultimo appuntamento musicale di questa estate fatta di stelle che salgono al cielo e allineamenti cosmico-temporali si è consumato il 6 agosto.

Avevo iniziato a monitorare il concerto degli Extreme a Birmingham con l’idea di rivederli dopo averli incontrati sulla crociera Monsters of Rock. Ho comprato il biglietto quando ho scoperto che ad aprire sarebbero stati i Massive Wagons: da semplice curiosità è diventato subito uno degli eventi chiave del mio 2025.

Sul palco, di nuovo a Birmingham, c’era Nuno Bettencourt, che appena un mese prima aveva reso omaggio a Ozzy Osbourne calcando il palco del Back to the Beginning. Tornava tra i discepoli che ne raccolgono il testimone, come parte di quella che sembra davvero una Royal Family del rock.

E per me, in un certo senso, era davvero un back to the beginning: rientravo alla O2 Arena di Birmingham, lo stesso luogo dove tutto era cominciato nel 2021, sempre con i Massive Wagons in apertura. Ma era un altro tour, un’altra band, un’altra vita.

Nonostante non fosse ufficialmente sold out, l’arena (capienza circa 2.300 persone) era gremita. I Massive Wagons hanno riscaldato subito l’atmosfera conquistando i fan degli Extreme, forti anche della recente esperienza condivisa con loro sulla MORC. Per la mia gioia hanno riproposto Night Skies e, con un pizzico di malinconia, Banging in Your Stereo.

L’attesa cresceva, alimentata anche dai video che giravano già da Zurigo con il medley dedicato a Ozzy. Quando gli Extreme sono saliti sul palco, il calore dell’arena era a livelli altissimi e il concerto non ha tradito le aspettative: una sequenza di brani tratti dal nuovo album Six, classici senza tempo come More Than Words, introdotti dalle cover dei Queen (We Will Rock You) e dei Led Zeppelin (Stairway to Heaven, qui davvero “in casa”).

Il tutto intervallato dai racconti e dagli aneddoti di Nuno, che con la sua comunicativa carismatica e i suoi assoli ha confermato – senza ombra di dubbio – di essere tra i primi cinque chitarristi al mondo, in una classifica onesta e senza forzature.

Chiunque l’abbia visto almeno una volta dal vivo non può non riconoscere tutte le sue radici nel suo modo di suonare: un rock americano di eccelsa fattura, ruvido e autentico, agitato dalle onde dell’oceano che si infrangono sulle coste delle sue Azzorre. Da lì sgorgano melodie che scorrono attraverso le sue dita veloci, fuse con l’umanità, il sentimento e la profondità di chi discende dal Fado portoghese. E questa miscela riesce a connettere un’intera sala, tra ammirazione e incredulità.

Sul finale della serata, Bettencourt ha ricordato il suo mentore, leggenda locale, introducendo con parole perfette la sequenza dedicata ai Black Sabbath: non una commemorazione triste, ma una celebrazione.

Gli Extreme ci hanno consegnato tutto quello che potevamo aspettarci e anche di più: una band solida, credibile, con ogni elemento al posto giusto. Dallo staff, professionale e preciso, alla comunicazione sempre efficace, fino al rapporto sincero con i fan e a una line-up di musicisti di indubbio livello.

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