9 agosto 1994.
I Machine Head pubblicano il loro debut album Burn my Eyes, edito per la Roadrunner, la stessa casa discografica che, già anni prima, portò alla consacrazione band storiche del genere thrash/death metal come Sepultura, Annihilator, Obituary e Pestilence.
Il 1994 è stata una grande annata per il rock, in ogni sua forma, e per quello che ovviamente riguarda la pubblicazione di dischi rock, in termini di quantità e qualità.
Il 1994 verrà ricordato anche per l’esplosione commerciale del black metal proveniente dalla Scandinavia, del genere crossover, del revival brit rock e per i due eventi mediatici più importanti dell’intero decennio: la morte (suicidio) di Kurt Cobain e la vittoria di Nelson Mandela alle elezioni presidenziali in Sudafrica.
Nel 1994 ci furono altri eventi nefasti che, purtroppo, segnarono gli anni a venire: il decesso del pilota di Formula 1 Ayrton Senna a causa di un incidente durante il Gran Premio di Imola, la nascita di Justin Bieber, l’Italia sconfitta in finale di Coppa del Mondo e Silvio Berlusconi che scenderà in campo a capo della politica italiana.
In tutto questo, i Machine Head debuttano con Burn my Eyes, un disco thrash metal rabbioso a tinte industrial, che racchiude in sé chiare influenze (forse sin troppo) riconducibili a gruppi come Slayer e Sepultura, come ad esempio nei brani più rappresentativi Davidian e Nation on Fire.
Il disco riscuote successo, anche grazie ad un tour di supporto incessante, proprio accanto ai loro idoli Slayer.
Peccato che Burn my Eyes fu una promessa non mantenuta: i Machine Head non mantennero le aspettative.
Negli album successivi snaturarono il sound dell’esordio, cedendo troppo alle influenze alternative scuola Pantera e Nirvana, finendo così per tornare nell’anonimato almeno fino a metà degli anni 2000, quando riuscirono, finalmente, a recuperare le sonorità del primo disco con l’album The Blackening.
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