Manic Street Preachers: recensione di Critical Thinking

Manic Street Preachers

Critical Thinking

Columbia Records

14 febbraio 2025

genere: brit rock, AOR, power rock, alt-rock

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Recensione a cura di Stefania Milani

Direttamente dal Galles, sveglia nel cuore della notte, coi pensieri che si perdono negli accadimenti di questo mondo in cui la stupidità sembra prevalere sul buon senso, un post sui social cattura la mia attenzione: i Manic Street Preachers hanno prodotto un nuovo album intitolato Critical Thinking, su etichetta Columbia Records.

Il titolo è già in sé una boccata di aria fresca (Il pensiero critico), nonché un input all’attività cerebrale che sembra essere attualmente soggiogata. Mi solleva ancora di più l’onestà intellettuale di questa band (James Dean Bradfield alla chitarra e voce, Nicky Wire al basso e Sean Moore alla batteria), da sempre orientata politicamente verso sponde socialiste, di quel socialismo con cui si può dialogare, che riconosce ancora l’importanza della collettività e rigetta quelle dinamiche alimentate da meri interessi personali.

Quella dei Manic Street Preachers è un’esortazione ad esprimere le proprie verità e motivazioni in un momento in cui in Galles, e ancora di più nell’intero Regno Unito, l’espressione del libero pensiero è sotto scrutinio, non sempre con esiti positivi e talvolta preoccupanti.

La titletrack apre l’album e si pone come manifesto emotivo di questa nuova esperienza discografica, puntando più sulla forza comunicativa dei testi che sulla melodia per confermarne l’assertività’: “Speak truth to power, it’s your lived experience, be your authentic self, be fitter, be happier, speak your truth, as I enter this page, I feel we meet together”.

Parole di chi innanzitutto sa scrivere, ma soprattutto le parole di chi, avendo raggiunto la maturità della mezza età, riesce a condividere e proiettare il proprio pensiero su un piano comune, riconoscendo l’inutilità di quelle etichette che servono soltanto a creare divisioni, tra chi usa ancora la propria testa e tutte quelle pecore (di cui il Galles, peraltro, pullula sulle sue verdi colline e non in senso metaforico) che seguono modelli spesso fasulli, vuoti, che non hanno nulla di rilevante da dire.

Quindi, ecco una piacevolissima sequenza di brani, in pieno stile Manic Street Preachers, sempre capace di unire il brit rock alla simpatia e all’approccio amichevole del Galles, più pimpante dei vicini inglesi con cui non sempre corre buon sangue. Musicalmente armonici nel loro sound vigoroso e melodico, i MSP sono in grado di rappresentare temi sociali e introspezione, attraverso immagini e metafore.

Dando un’occhiata ad alcune recensioni di Critical Thinking, ho notato un’accoglienza decisamente uniforme nei giudizi; in un mondo che sembra ormai fuori controllo, i Manic Street Preachers continuano a fornire quel contributo che ci si aspetta dalla musica quando le cose non vanno: il suono di una sveglia, voler riportare tutti con i piedi per terra e tirare per la giacchetta chi di dovere, dando voce a chi non ha modo di esprimersi o semplicemente cerca conforto in bolle di appartenenza.

People Ruin Paintings è una delle canzoni su cui vale la pena soffermarsi, sia per la piacevolezza sonora nel solco della loro inconfondibile tradizione, sia per l’intenzione testuale di utilizzare un’originale metafora artistica, con richiami ai pittori più famosi, per descrivere una delle più tristi debolezze umane, ovvero quella di rivoltare la verità: “People ruin paintings, faces spoil the view, people destroy the truth”.

Critical Thinking è dunque un album fatto con professionalità e rispetto per se stessi e il proprio ruolo, senza adattamenti al ribasso. Chi vuole verificare come si scrive il testo di una canzone può senz’altro rifarsi a questo disco, per capire la differenza tra un testo elaborato da un algoritmo, oppure seguendo le mode del momento o peggio ancora il gossip autoreferenziale, e l’uso, invece, del pensiero critico per sviluppare riflessioni in musica.

Da sottolineare anche come, in un periodo in cui l’AI sta preoccupando non poco l’industria musicale, i Manic Street Preachers rispondano esattamente con il pregio della sostanza, evitando perfino di dedicare una canzone al tema, ma rispondendo con un prodotto autentico, che si offre al pubblico con personalità, senza allarmismi né vittimismi.

E non è forse la risposta migliore da dare? Già mi vedo accompagnare un bel tè delle cinque con le tortine gallesi calde del negozio giù in città, l’immancabile pioggia alla finestra e la nuova musica dei Manic Street Preachers in sottofondo, magari in attesa delle date del prossimo tour.

Tracklist:

01. Critical Thinking 02. Decline & Fall 03. Brushstrokes Of Reunion 04. Hiding in Plain Sight 05. People Ruin Paintings 06. Dear Stephen 07. Being Baptised 08. My Brave Friend 09. Out Of Time Revival 10. Deleted Scenes 11. Late Day Peaks 12. OneManMilitia

Membri della band:

James Dean Bradfield (chitarra e voce), Nicky Wire (basso) e Sean Moore (batteria).

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