The Velvet Underground: recensione di The Velvet Underground & Nico – 12 marzo 1967

Recensione di Andrea Musumeci

12 marzo 1967. I The Velvet Underground pubblicano il loro debut album The Velvet Underground & Nico. Il rude talking di Lou Reed e la voce sensuale di Nico per un album rock diventato un’icona culturale senza tempo.

Il disco fu registrato negli Scepter Studios di New York e venne pubblicato dalla Verve Records, in collaborazione con la cantante tedesca Nico, nome d’arte di Christa Päffgen, modella affermata che si avvalse della supervisione artistica di Andy Warhol. Purtroppo, il promettente debutto commerciale fu rovinato da complicazioni legali e budget di produzione troppo onerosi.

Dietro insistenza di Warhol, Nico cantò tre canzoni: Femme Fatale, I’ll Be Your Mirror e la preferita di Warhol, All Tomorrow’s Parties.

Ascoltando Femme Fatale, colpisce quanto somigli a Think of You di Sugar Man Rodriguez, brano del 1971, e soprattutto ad una qualsiasi performance acustica chitarra e voce di Dolores O’Riordan dei Cranberries degli anni ’90. A causa della mia età, e di coloro concepiti dopo il 1967, questo procedimento di associazione tra i suddetti brani funziona involontariamente al contrario. Ma, chiaramente, siamo consapevoli dell’ordine cronologico tra i suddetti brani.

La copertina di questo disco è diventata celebre grazie al disegno di Andy Warhol: una banana gialla con la scritta “Peel slowly and see” (“sbuccia lentamente e guarda”) stampata vicino. Chi rimuoveva la buccia di banana adesiva, avrebbe trovato, sotto, un’allusiva banana di colore rosa.

Da nessuna parte era riportato il nome del gruppo o il titolo dell’album, ma solo la banana e la firma di Andy Warhol, il quale conosceva già l’importanza culturale e sociale delle arti grafiche e del marketing. Quel gesto significava una sfida per il giudizio critico. La banana più famosa di tutti i tempi… prima che arrivasse la banana di Cattelan.

Le undici canzoni di questo disco dimostrano tutta la versatilità compositiva della band: la quiete apparente e sinistra di Sunday Morning e Femme Fatale, la violenza di I’m Waiting for the Man e Run Run Run, le sonorità arabeggianti, ipnotiche e perverse di Venus in Furs (un prototipo di The End dei Doors) ed Heroin, cruda rappresentazione delle sensazioni di un tossicodipendente, per poi giungere alle sperimentazioni sonore di All Tomorrow’s Parties, The Black Angel’s Death Song ed European Son.

Sunday Morning è il primo brano di quest’opera leggendaria: proprio Nico avrebbe dovuto cantare Sunday Morning, che già interpretava dal vivo, prima che venisse registrata nel 1967. Tuttavia, Lou Reed si impuntò e volle essere lui a cantarla, nonostante la ferma opposizione del manager Paul Morrissey, convinto che il potenziale commerciale della voce di Nico fosse di gran lunga superiore a quello della voce di Lou Reed.

Alla fine vinse Lou Reed, che in qualche modo cercò di ingentilire la voce con l’ausilio di riverbero e diverse sovraincisioni. Nico fu confinata alle backing vocals. Nonostante questo, The Velvet Underground & Nico è diventato uno dei dischi più importanti ed influenti nella storia del rock.

Come disse Brian Eno: “Forse solo cento persone comprarono il primo disco dei The Velvet Underground, ma ognuno di quei cento è poi diventato un critico musicale o ha formato un gruppo”.

https://www.youtube.com/playlist?list=PL6L69LqeN3NgDv3WVOXlokZQoaqFh2h-I

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