Onceweresixty: recensione di Loco Sunset Boulevard/Ghetto Blast Noise Machine

Onceweresixty

Loco Sunset Boulevard/Ghetto Blast Noise Machine

Beautiful Losers, Uglydog Records

22 marzo 2024

genere: psych folk, indie-rock, jingle-jangle, emo-folk

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

“Strani tempi quelli in cui viviamo. Fuori è pieno di figli di puttana”, come dicono Debbie e Jimmy, i due adolescenti protagonisti del brano Weird Times.

È così che scorre il tempo, tra l’edonismo effimero che sta segnando la confusione emotiva della nostra contemporaneità e il ricordo tuttora vivo di quei giorni in cui confidavamo nelle cose che leggevamo nei libri (“trusting the things I read in books”), quando indossavamo magliette sgangherate dei Sonic Youth e ascoltavamo i The Stooges a tutto volume, osservando il mondo con scetticismo, ancora ignari delle lezioni della vita.

A distanza di tre anni dall’esordio discografico con The Flood, immersi nel piccolo studio di registrazione allestito nel suggestivo paesaggio collinare di Villa Albrizzi Marini, i vicentini Onceweresixty tornano in scena con un doppio EP intitolato Loco Sunset Boulevard/Ghetto Blast Noise Mach, edito per Beautiful Losers e Uglydog Records e anticipato dall’uscita del singolo Don’t Get Stuck.

Con l’estetica disincantata e umbratile di uno split compositivo dall’andamento fluttuante e ondivago, il terzetto veneto Onceweresixty – composto da Marco Lorenzoni, Luca Sella (già membri dei Mr60) ed Enrico Grando – rimette in circolo un caleidoscopico intreccio di fantasticherie sonore dal carattere sommesso, istintivo e sognante, in pieno stile indie-rock oriented, attraverso nove tracce in cui elementi indie-emo e malinconiche tonalità folk convivono con sobrie esplorazioni psych-noise. Non cambia molto nella loro formula, per un terreno calligrafico che si abbevera alla fonte di realtà iconiche dell’ambiente alternative anglofono (Sparklehorse, J Mascis, American Football, Sebadoh, Pavement), sfruttando la scia di certe correnti emo-folk di provincia che giungono dal nord-est italico.

Loco Sunset Boulevard/Ghetto Blast Noise Mach è un progetto dai due volti, che si costituisce nell’armonia complementare di polarità opposte: se nella prima parte del disco le canzoni si rifugiano nel range di luccicanti e flemmatici riverberi jingle-jangle e nelle sequenze cristalline di un folk elettrificato, nella seconda quei delicati accordi si tingono di colorazioni più ombrose e inquiete, sviluppandosi in profondità, con moderate distorsioni noise a trasformare l’atmosfera in corda tesa e vibrante. Il tutto impregnato di vocalità slacker a guidare una visione testuale che alterna disillusione a sensibilità sociale.

Così, quasi a gettare un proprio piccolo ponte tra passato e presente, gli Onceweresixty sembrano voler rintracciare in quell’immaginario onirico, eppure concreto, un parziale sollievo analgesico alla solitudine e ai traumi della quotidianità, mettendo insieme stramberie titoliste e amore per i cani, esperienze personali e questioni collettive, depressione e sostanze chimiche (“she took some pills and forgot about the things going on”). Il linguaggio di una generazione – l’ennesima – che osserva dallo specchietto retrovisore i ricordi e di lato la vita che sfugge, ma costretta comunque ad andare avanti, a correre. “And the days go by”, come cantava il coro nel finale di Once In A Life Time dei Talking Heads.

Storie ironiche e amare si susseguono e si dividono tra speranze e delusioni, verità e bugie, mancanze e accettazioni, proiettandosi alla ricerca di un modo per evitare le derive del conformismo e le conseguenze del capitalismo (“just an average man, but I can help you stand against capitalism”). In fondo, cos’altro puoi inventarti oggigiorno?

Tempi strani quelli che stiamo vivendo e di cui noi tutti facciamo parte. Allorché viene da chiedersi: è veramente possibile riuscire ad estraniarsi completamente dalle frenesie del nuovo mondo? Ormai è troppo tardi per agire, siamo in ritardo di trent’anni (“we’re thirty years late to take an act”). Ci affidiamo, pertanto, alle cose inutili che crediamo di possedere, alle bugie glitterate sulle quali proviamo ad arrampicarci, uno sopra l’altro. Ma prima o poi cadiamo tutti. Finiremo fissando il soffitto, coi nostri corpi nudi.

facebook/onceweresixty

Tracklist:

LSB – 1. Don’t Get Stuck 2. Running 3. Weird Times 4. Back In The Days 5. Loco Sunset Boulevard

GBNM – 1. Pills 2. Into Town 3. Consequence Of Capitalism 4. All That Glitter

Membri della band:

Marco Lorenzoni: chitarre, voce, tastiera

Luca Sella: batteria, chitarra, voce

Enrico Grando: tastiere, voce, sassofono

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