Pindar: recensione di Backgammon Vol.1 (La vita e il vento)

Pindar

Backgammon Vol.1 (La vita e il vento)

LMI – Produzioni Musicali Prisma

12 maggio 2020

genere: new pop, elettro-dance ’80, synth pop

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Recensione a cura di Andrea Musumeci

Il duo new pop Pindar, formatosi sull’asse Roma-Taranto nel 2019 e composto dai Dj e producer JeK Turn e Mik Drake, fa il suo esordio discografico con Backgammon Vol.1 (La vita e il vento), album rilasciato da LMI – Produzioni Musicali ed anticipato dall’uscita del singolo Bliss Me (just be).

Se ad un primo impatto visivo il progetto elettronico dei Pindar può ricordare la fisionomia dei Daft Punk, dal punto di vista strumentale abbraccia, nostalgicamente, l’età dell’oro delle sofisticate sonorità elettro-dance e synth pop anglosassoni degli anni Ottanta, l’algida elettronica dei Kraftwerk e la malinconia aristocratica e decadente di Renato Abate, in arte Garbo, e dei Baustelle. Non è un caso che il timbro semi-robotico dei Pindar si presenti sottoforma di mix vocale tra Garbo e Francesco Bianconi.

Le otto tracce di Backgammon Vol.1 (La vita e il vento) affrontano tematiche “sempreverdi” come esistenzialismo, materialismo e individualismo (rapportate ovviamente alla società contemporanea), rievocando un sound che quarant’anni fa guardava al futurismo odierno e che oggi, invece, vive di “saudade retrò”: come se proiettarsi indietro di quattro decadi fosse un rifugio sicuro, nonché l’unico modo possibile per trasmettere il bisogno di comunicare quell’atteggiamento romantico di allora.

Un surrogato mentale che, spesso, ci aiuta a fronteggiare aspetti inevitabili della nostra quotidianità quali precarietà ed incertezza, ovvero il dover guardare avanti, con i nostri volti sfioriti e appassiti, tenendo comunque un occhio sempre rivolto ai giorni andati, ripensando e rimpiangendo le scelte azzeccate, le occasioni mancate, gli incontri e gli addii.

Quello dei Pindar è il ritratto di una generazione statica, seppur iperconnessa, e lobotomizzata dalle connessioni tecnologiche e mediatiche, oggigiorno, sempre più imprescindibili. Una moltitudine di individui hi-tech che dissimula socialità interattiva, ma che alla fine si ritrova nelle proprie stanze a fare i conti con i propri tormenti, con i propri stati di apatica solitudine e le proprie fragilità.

Un concept digitale che si sviluppa attraverso due metafore: la prima è quella del Backgammon: il destino decide quando è il momento dei dadi favorevoli e quando il momento dei dadi avversi, ed ogni partita è un continuo susseguirsi di colpi di scena ed imprevisti. Il backgammon potrebbe essere la versione da tavolo delle nostre esistenze, delle nostre relazioni interpersonali.

La seconda metafora è quella del vento, tanto cara ad Euripide e Murakami (Giorni di Vento, La Vita e Il Vento), nella quale il vento rappresenta lo scorrere del tempo e di ciò che lo scorrere del tempo comporta: l’imponderabile che influisce sulle nostre storie, individuali e collettive, generando confusione, cambiamenti e turbamenti.

Ma, d’altronde, siamo tutti giocatori d’azzardo in questa vita. Ed ognuno di noi è pronto a scommettere su un semplice “lancio di dadi”, come cantavano Bruce Springsteen e Rolling Stones.

Backgammon Vol.1 (La vita e il vento) è, dunque, il manifesto sentimentale dei Pindar nei confronti di quel pezzo d’antiquariato che è il new pop, in un revival musicale che si lascia cullare ed accarezzare da onde elettro-emotive remote e che sfrutta la fertilità del passato per compensare l’aridità del presente.

Formazione:

Mik Drake

JeK Turn

Tracklist:

1. Epilogo

2. Backgammon

3. Bliss Me (just be)

4. Grande Freddo

5. Benedetto

6. Giorni Di Vento

7. La Vita e Il Vento

8. Incipit di Un Addio

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